La strada del perdono sembra quella naturalmente percorribile per Mons. Aiello e per Carlo Mele delegato della Caritas regionale, che dopo l’attentato di venerdì scorso contro la sede del Vescovado di Avellino, hanno comunque parole di inclusione e tolleranza nei confronti di Nelson Lamberti, l’uomo di 49 anni responsabile dell’esplosione. Carlo Mele che è anche garante dei detenuti ed è rimasto ferito durante la deflagrazione dell’ordigno, ha affermato di voler incontrare l’attentatore, un uomo senza fissa dimora che spesso si appoggiava alla Caritas di Avellino usufruendo della mensa.Mele ha detto di voler incontrare Nelson, per poter guardare i suoi occhi e comprendere le motivazioni di un gesto così grave. Nelson Lamberti è attualmente rinchiuso al carcere di Bellizzi Irpino, ma per lui si paventa l’affidamento ad una comunità di recupero, così come richiesto dai suoi legali Nello Pizza e Nicola D’Archi. Parole di speranza arrivano anche dal Vescovo Arturo Aiello che in qualche modo stempera il clima di tensione e parla di comprensione verso gli “ultimi”. L’episodio intanto ha sconvolto una città intera, causato il ferimento di tre persone e messo in luce l’atavico problema della povertà e delle difficoltà di inclusione.Una personalità difficile quella di Nelson, probabilmente turbato dalle avversità della vita: parla di un litigio qualche giorno prima dell’attentato, una discussione con un operatore della Caritas,poi un alterco con un sacerdote…infine l’ira che si trasforma in azione.Questo è quanto emerso dalle primissime dichiarazioni spontanee subito dopo esserestato arrestato, mentre l’altro giorno in carcere, durante l’interrogatorio, Nelson ha scelto di tacere, avvalendosi della facoltà di non rispondre.Ora resta in carcere in attesa che si faccia luce sulla vicenda.