“Questa mattina gli impianti per innaffiare i giardini di viale Atlantici con l’acqua del Biferno sono rimasti in funzione per diverse ore, sotto il sole cocente, inzuppando prati e marciapiedi.Migliaia di litri di acqua buonissima di sorgente hanno inondato anche il viale ma nessuno è intervenuto per ridurre lo spreco che rappresenta un ulteriore sfregio per i cittadini, soprattutto quelli della parte bassa della città, costretti ad utilizzare acqua di pozzo contaminata. Che cosa fa il consigliere Angelo Feleppa, delegato al Verde Pubblico. E cosa fa la GESESA che per risparmiare acqua “risorsa preziosa” invita i bambini a chiudere il rubinetto quando si lavano i denti?
Nell’acqua servita alla parte bassa di Benevento, contaminata da tetracloroetilene, triclorometano e bromodiclorometano, alte concentrazioni di Nitrati, mentre nella parte alta l’acqua buosissima del Biferno viene utilizzata anche per irrigare i prati. Tace il consigliere delegato al verde Pubblico, Angelo Feleppa. La GESESA non pubblica i dati corretti sulla qualità del servizio.
Gli esami effettuati negli ultimi otto mesi dall’ARPAC sui campioni di acqua prelevati nella falda hanno più volte evidenziato la presenza costante di tetracloroetilene e in qualche caso anche di triclorometano e bromodiclorometano, oltre la Soglia di Contaminazione.
La GESESA, società che gestisce il servizio idrico di Benevento, costretta ad ammettere la Contaminazione dei pozzi di Pezzapiana e Campo Mazzoni da tetracloroetilene, non ha mai fatto riferimento alla presenza degli altri due inquinanti e sul suo sito internet pubblica dati confusi ed incomprensibili sulla qualità delle acque servite in città.
Infatti, sul portale ACEA-GESESA, alla voce “Qualità”, sono pubblicati i risultati di esami per le acque dei diversi paesi della provincia, mentre per Benevento si fa riferimento a quattro tipi diversi di acqua per provenienza, cioè Biferno, Pietrafitta, Pezzapiana e Pezzapiana-Campo Mazzoni ma non sono indicate le zone servite.
Quindi gli utenti della città non possono sapere quale acqua usano perché non sanno da dove proviene. Solo Altrabenevento da otto mesi si sforza di dare informazioni sulla qualità della risorsa idrica e sul funzionamento dell’acquedotto cittadino mentre il gestore del servizio, la Gesesa, ha assunto diversi giornalisti e spende risorse ingenti solo per fare campagne propagandistiche.
Si evidenzia, inoltre, che dalle tabelle pubblicate sul sito di Gesesa, relative alla presenza di inquinanti nelle quattro fonti di approvvigionamento di Benevento, risultano alte concentrazioni di Nitrati, fino a 36,3 milligrammi per litro (limite di potabilità 50,0 mg/l ) nell’acqua pompata dai pozzi di Pezzapiana e Campo Mazzoni che alimentano i rioni Libertà, Ferrovia e Centro Storico.
Invece nell’acqua del Biferno che viene fornita alla parte alta di Benevento, la concentrazione di Nitrati è di 3,1 mg/litro cioè dodici volte in meno rispetto a quella servita ai rioni Libertà, Ferrovia e Centro Storico.
Da dicembre ad oggi la Regione Campania ha aumentato la fornitura dal Biferno di 80 litri al secondo per servire acqua buonissima anche alla parte bassa della città ma i pozzi di Pezzapiana e Campo Mazzoni non sono stati chiusi.
Che fine fa l’acqua del Biferno?
Il presidente di Gesesa, Luigi Abbate, di fede mastelliana, e l’amministratore delegato, Vittorio Cuciniello, dirigente del Partito Democratico, non rispondono ma di certo non possono negare che buona parte della maggiore fornitura della preziosa acqua del Biferno finisce nella zona industriale di Ponte Valentino o viene utilizzata per irrigare le aiuole di Capodimonte e parte alta della città, nonostante una ordinanza del sindaco che vieta l’uso di acqua potabile per tale scopo.
Che dice a tal proposito il consigliere delegato al verde pubblico, Angelo Feleppa?
Anche questo comunicato viene inviato per conoscenza a tutti i consiglieri comunali, ai parlamentari sanniti, al Prefetto e alla Procura della Repubblica.