(alca) – Passano con i soli voti della maggioranza la “salvaguardia degli equilibri di bilancio” e il “piano di riequilibrio finanziario pluriennale” che dovrà ripianare la condizione di pre-dissesto del Comune di Avellino. Ieri il consiglio comunale ha dato via libera ai due atti contabili molto importanti, giunti all’attenzione dell’aula davvero al fotofinish. Il primo dopo la diffida del prefetto, in quanto doveva essere licenziato entro il 31 luglio, il secondo a due giorni dalla scadenza della presentazione alla Corte dei Conti per la definitiva approvazione.
Prima di entrare nel merito del dibattito, però, non sono mancate le solite schermaglie tra maggioranza e minoranza.
Registrate le assenze, che qualcuno ha definito tattiche da parte dei consiglieri di opposizione Dino Preziosi, Luca Cipriano e Marietta Giordano, e quelle, davvero inspiegabili, dei revisori dei conti, il primo ad abbandonare l’aula è stato Luigi Urciuoli. L’esponente del M5S aveva proposto una sospensione per una capigruppo flash che avrebbe dovuto dirimere una volta e per tutte il nodo commissioni. Ma la sua proposta non è passata e il consigliere, dopo l’ennesimo battibecco con il presidente Ugo Maggio, è andato via.
È stato Nicola Giordano di “Laboratorio Avellino”, poi, a sollevare un’osservazione sulla posizione dell’assessore al Bilancio, Enzo Cuzzola. “Che – ha spiegato Giordano – è stato prima consulente del dirigente alle Finanze del Comune, Gianluigi Marotta, proprio per un parere sul pre-dissesto e il piano di rientro e ora si trova a svolgere il ruolo di assessore tecnico esterno”. Un’allusione che non ha certo smontato Cuzzola, il quale ha spiegato il perché della scelta numeri alla mano. In sintesi, dei 44 milioni e 550mila euro di disavanzo da ripianare solo 18 milioni e 700mila euro rappresentano la massa effettiva debitoria, mentre 5 e mezzo sono relativi al fondo crediti di dubbia esigibilità e 20 milioni e 350mila al fondo rischio potenziale. Mentre il rapporto tra debito e spesa corrente del Comune è all’80%. Una percentuale che rende recuperabile il disavanzo, attraverso il potenziamento della riscossione dei tributi, che verrà esternalizzato, e una più attenta gestione del contenzioso, potenziando l’Avvocatura dell’ente.
Il riequilibrio si chiuderà entro 7 anni, mentre la restituzione dei 16 milioni di euro del fondo di rotazione avverrà in 10. Al momento delle due votazioni, l’opposizione che ha sollevato diverse perplessità, ha lasciato l’aula.