La situazione è comune a tutte le province Campane ed a numerosi comuni e nella maggior parte di questi, il blocco o la riduzione del conferimento dell’umido è già in vigore da diverse settimane ed i disagi già conclamati rispetto alla realtà irpina, per la quale, nonostante le condizioni esplicitate, non si registrano contraccolpi per le utenze.
Al momento, la società Irpiniambiente, infatti, non ha dovuto ancora adottare misure drastiche relativamente ai conferimenti da parte delle utenze irpine, se non manifestare indisponibilità al conferimento presso lo Stir e presso l’impianto di Flumeri, per quei comuni afferenti ai due impianti ma che svolgono la raccolta in proprio o con affidamento ad altre aziende.
Non è escluso, però, al momento l’ipotesi di una eventuale riconfigurazione del servizio di raccolta della frazione organica, se non dovessero essere rispristinati i volumi di conferimento di detta frazione presso gli impianti di riferimento.
Ovviamente, Irpiniambiente si sta adoperando, già da tempo, per individuare soluzioni alternative e garantire al più presto le condizioni per riportare alla normalità il flusso della frazione organica, anche per quei comuni che si sono visti opporre lo stop temporaneo all’utilizzo dell’impianto di Flumeri e dello Stir, in attuazione dei principi del pubblico servizio, punto imprescindibile della missione aziendale, ed al contempo, nel rispetto degli equilibri economico-finanziari.
“Massima disponibilità alla collaborazione con tutti i sindaci del territorio per scongiurare problemi – assicura il presidente della Provincia, Domenico Biancardi – E’ questa l’occasione per ribadire, ancora una volta, la necessità di completare gli impianti per essere autonomi. Il risparmio, come ormai noto a tanti, sarebbe notevole e tali difficoltà non si presenterebbero”. Posizione condivisa dall’Amministratore Unico di Irpiniambiente, Nicola Boccalone.
“Non può passare senza l’ennesima sottolineatura, – spiega l’Amministratore Unico di Irpiniambiente, Nicola Boccalone – la necessità non più rinviabile di raggiungere, nel più breve tempo possibile, a livello provinciale, l’autosufficienza nella gestione dei rifiuti, affrontando in maniera definitiva e responsabile, la carenza strutturale del sistema territoriale, anche per non disperdere l’indubbio vantaggio competitivo rispetto alle altre realtà territoriali della regione nel ciclo integrato dei rifiuti. Anche perché – conclude Boccalone – la gestione delle crisi come quest’ultima che si registra, con la redistribuzione della frazione organica in altri impianti individuati costantemente al Nord Italia, comporta costi ormai al limite della sostenibilità per le comunità e per le aziende”.