Urge un piano di caratterizzazione, cioè l’insieme delle attività che permettono di ricostruire i fenomeni di contaminazione a carico delle matrici ambientali, per un monitoraggio ancora più completo delle falde acquifere di Pezzapiana e Campo Mazzoni. Stiamo parlando del tetracloroetilene che la società Artea Srl, incaricata dal Comune di Benevento, ha riscontrato nella misura di 5 microgrammi per ogni litro di acqua nei pozzi scavati di recente poco lontano da quelli di Pezzapiana e Campo Mazzoni. La soglia è fissata in 1,1 microgrammi/litro. Insomma, si può dire che Altrabenevento non abbaiava alla luna, se è consentito dir così, e annuncia un nuovo esposto alla Procura della Repubblica per chiedere il sequestro dei pozzi di Pezzapiana e Campo Mazzoni e contestualmente un intervento del Prefetto affinchè ACEA-GESESA spieghi ai cittadini-contribuenti dove finisce la maggiore fornitura di acqua buona del Biferno. Artea non è nelle condizionmi attuali di fornire una esatta descrizione dell’origine dell’inquinamento ma in quella falda pescano 23 pozzi privati e i pozzi del Comune di Benevento utilizzati dalla GESESA per fornire acqua agli abitanti della parte bassa della città. “La Regione Campania da diversi mesi ha aumentato di circa 60 litri al secondo la fornitura idrica dal Biferno”, sostiene Altrabenevento, “per alimentare anche altre zone della città, ma GESESA non vuole spiegare che uso sta facendo della preziosa risorsa che è già sufficiente per sostituire l’acqua di almeno uno dei tre pozzi contaminati che forniscono i quartieri Libertà, Ferrovia e Centro Storico”.