Digital divide e 5G. Sono stati il leit motiv di Apro2019, la convention di Assoprovider che si è svolta a Roma, nella cornice di Roma Eventi, a due passi da Piazza di Spagna. Tre riunioni dei piccoli e medi imprenditori della Rete negli ultimi tre anni, tre occasioni nelle quali è emerso, come un mantra, il tema del ritardo digitale nell’accesso al business, che i provider indipendenti lamentano per potere avviare e sostenere la loro attività nel controverso universo delle tlc. L’orecchio della politica, troppo spesso rivelatosi sordo. Questa volta da Lega e Movimento 5 Stelle, quanto meno, è arrivata la disponibilità ad analizzare il problema. Per Michele Gubitosa esiste la “necessità di una tutela per i provider indipendenti, che hanno un ruolo decisivo. Da qui a 10 anni chi non sarà connesso alla Rete, non avrà servizi di prima necessità, prosegue Gubitosa, e come istituzioni, organizzeremo tavoli più ristretti con i rappresentanti di Assoprovider per aiutare un settore di vitale importanza per i cittadini». Il 5G, tecnologia su cui si gioca e molto del processo evolutivo delle tlc nei prossimi anni. Una rivoluzione copernicana che sarà alla portata anche dei piccoli operatori, come sostiene il consigliere di Assoprovider Paolo Di Francesco.
Segue servizio
