La “Dormiente del Sannio” non potrà più essere chiamata così, perché non dormirà più : da qualche sera sono apparse nel cielo notturno beneventano ( non solo della città ma di tutta la provincia) decine di luci rosse sfavillanti, alcune fisse alcune lampeggianti. E’ impressionante, perché siamo circondati da una batteria aerea che incombe su tutto il territorio, che disturba buona parte della visuale che da sempre i beneventani avevano volgendo lo sguardo verso i massicci del Taburno e del Matese. Sappiamo cosa sono : sono le pale eoliche degli impianti di Morcone e di San Lupo, che anche di giorno sono perfettamente visibili da ogni parte, da Benevento a San Giorgio del Sannio. Ma se alla luce del sole l’impatto della loro presenza è parzialmente mitigato dalla distanza e dalla foschia (e infatti nessuno ne parla), l’inquinamento notturno luminoso si impone in modo impressionante sulla familiare dislocazione delle luci dei paesi sanniti che soli rischiaravano la conca beneventana. Ma l’impatto non è per nulla paragonabile alle luci di un abitato, che soprattutto non hanno quel colore rosso che rappresenta il pericolo.
Ma chi ha autorizzato questo scempio? Come accade in questi casi i responsabili ci risponderanno che gli impianti sono stati regolarmente autorizzati dalla Regione Campania : ma l’inquinamento notturno sul territorio beneventano, compreso il capoluogo, è stato valutato? Sappiamo per certo che i comuni che lo subiscono non sono stati coinvolti nei procedimenti di autorizzazione e pertanto i cittadini non sono stati informati di quanto avrebbero dovuto subire. Ciò,nonostante il crescente interesse assegnato al paesaggio, che però non si riscontra nei pareri degli enti a tutela dell’ambiente e della salute, che avrebbero dovuto esprimersi su tale invasione luminosa.
Altrabenevento provvederà a segnalare al Ministero dell’Ambiente, responsabile delle Valutazioni Ambientali per questo tipo di impianti e chiederà che sia impedito questo evidente sopruso di tutto il territorio beneventano e che sia revocata l’autorizzazione concessa agli invasori dei nostri territori e, adesso, anche di nostri cieli.