In qualità di membro del Parlamento, della Commissione Trasporti al Senato della Repubblica e soprattutto da cittadina beneventana, mi preme rispondere all’accorato appello lanciato dal Presidente della Provincia di Benevento, Antonio di Maria, che ha sollecitato, lui sì, in maniera garbata e con grande senso di responsabilità istituzionale, informazioni precise sullo stato di avanzamento dei lavori della Fortorina, della Telesina, della Caserta-Benevento e sul finanziamento di ponti e viadotti sanniti.
L’aggiornamento dell’appaltabilità delle opere in oggetto è frutto dell’espletamento di tutto l’iter autorizzativo previsto, che porta la firma di attori locali, regionali e nazionali. Cercherò di essere precisa e dettagliata, anche a costo di risultare troppo tecnica. Tutto quello che elenco è frutto di quotidiane interlocuzioni con il Ministero dei Trasporti e l’Anas.
Le rimodulazioni dei contratti di programma finiscono per essere spesso una prassi, alla luce di numerosi fattori endogeni ed esogeni.
Gli step da affrontare sono molteplici: si parte dall’iniziale stesura del progetto di fattibilità tecnico economica – che chiama in causa l’intervento di Anas, Mibact, Mit, Minamb, Autorità regionale – per poi passare all’adempimento del “progetto definitivo”, operato da: Anas, Mit, Autorità regionale, Autorità di bacino, Consiglio superiore dei lavori Pubblici, Mit, Minamb, Mibac. Dopodiché c’è il “progetto esecutivo”, che spetta a: Mit, Minamb, Autorità regionale, Anas. Infine v’è la consegna dei lavori all’impresa appaltatrice, la gara d’appalto e l’affidamento dei lavori, senza dimenticare le Conferenze di servizio, che necessitano dei nulla osta da parte dei Sindaci del territorio. Ma Veniamo alle richieste del Presidente della Provincia di Benevento.
Partiamo dalla Fortorina, su cui mi sono già espressa qualche giorno fa, ma ne approfitto per confermare che la situazione è identica a quella che ho rappresentato in una precedente nota di qualche giorno fa e che per l’occasione ribadisco.
Già questo mese verranno consegnati i lavori relativi al 1° lotto, 2° stralcio, riguardanti la variante all’abitato di San Marco dei Cavoti, in continuità col tratto precedente della variante “del Fortore”.
Terminerà a luglio la stesura della progettazione definitiva del 1° lotto “Variante di San Marco dei Cavoti”, 1° e 3° stralcio, relativo sia al tratto in variante per il superamento dell’area PIP di San Marco dei Cavoti che agli interventi per il miglioramento della viabilità di collegamento del Comune di Molinara e della relativa area PIP alla nuova variante.
Il ritardo è da attribuirsi ad un rallentamento nel reperimento dei fondi Sviluppo e Coesione, nelle more dello scorso Governo.
Partirà già dal mese di luglio la progettazione definitiva del 2° lotto, che attiene alla variante all’abitato di San Bartolomeo in Galdo.
L’aggiornamento dell’appaltabilità è dipeso dall’incremento dei tempi dell’iter autorizzativo, dovuto al rilascio della Valutazione di Impatto Ambientale e allo svolgimento delle Conferenze di Servizio. Quest’ultime contano la partecipazione degli attori locali, corresponsabili nello slittamento di consegna delle opere di cui stiamo dibattendo.
Passiamo alla Caserta-Benevento. L’aggiornamento dell’appaltabilità della Caserta-Benevento (al 2022, in luogo del 2020) è relativa al 1° lotto, ovvero il collegamento dell’area delle Forche Caudine con l’A30.
La tempistica ulteriore è dipesa dalla redazione e dal rilascio della Valutazione di Impatto Ambientale e dallo svolgimento delle Conferenze di Servizio.
Quanto alla Telesina, il progetto definitivo della fu approvato dal Cipe con delibera 8/2018 del febbraio dello scorso anno. Il provvedimento fu successivamente ritirato dal momento che la Corte dei Conti – titolare del “controllo di legittimità” – avanzò dei rilievi, riscontrando la mancata convocazione delle Conferenze dei Servizi.
A gennaio 2019 il Ministero dei Trasporti ha tenuto la Conferenza dei Servizi, sanando il vulnus che aveva bloccato l’avanzamento delle attività. Attualmente si sta redigendo una nuova istruttoria al fine di richiedere una nuova delibera Cipe di approvazione del progetto definitivo.
Infine, la competenza nell’assegnazione delle risorse finanziarie per la messa in sicurezza di ponti e viadotti sulle strade provinciali sannite è comunale e non quindi di pertinenza statale.
I Comuni, al fine di intervenire su infrastrutture rientranti nelle loro competenza, avrebbero potuto attingere ai finanziamenti statali (FSC 2014-2010) destinati anche alle Regioni. Ci risulta infatti che la Regione Campania sia stata destinataria di tali fondi e che ha pubblicato un avviso pubblico (si veda decreto dirigenziale n. 3 del 26 marzo 2018 pubblicato sul BURC n.25 del 26 marzo 2018 ) a cui i comuni avrebbero potuto entro il 28 maggio 2018 rispondere per chiedere finanziamenti per intervenire su infrastrutture comunali. Dalle verifiche effettuate risulta che il Comune d Benevento non abbia risposto a questa manifestazione di interesse per richiedere il finanziamento di interventi di messa in sicurezza del ponte Morandi.
In ogni caso si segnala che nella legge di Bilancio 2019 questo Governo ha previsto il finanziamento di fondi espressamente per la messa in sicurezza di strade, ponti e viadotti. Si veda l’Art. 1 – Comma 135 secondo cui:
“135. I contributi per gli investimenti di cui al comma 134 sono assegnati per almeno il 70 per cento, per ciascun anno, dalle regioni a statuto ordinario ai comuni del proprio territorio entro il 30 ottobre dell’anno precedente al periodo di riferimento. Il contributo assegnato a ciascun comune è finalizzato a investimenti per:
a) la messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico;
b) la messa in sicurezza di strade, ponti e viadotti;
c) la messa in sicurezza degli edifici, con precedenza per gli edifici scolastici, e di altre strutture di proprietà dei comuni.”
Le spiegazioni fornite non hanno l’intento di giustificare lo stato dell’arte, che trovo incredibilmente avvilente. Ci sono troppi attori ed eccessive procedure o tasselli burocratici: basta un piccolo intoppo che si blocca tutto ed ovviamente – complice l’ignoranza o la strumentalizzazione – finisce per risentirne l’immagine del Governo e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Proprio per mettere la parola fine a casi come questi, con lo “sblocca-cantieri” abbiamo intenzione di snellire l’iter burocratico e accelerare la costruzione delle molteplici infrastrutture di cui necessita il paese.
Fatti, non parole: è stato stimato che il nostro provvedimento possa sbloccare centinaia di opere dal valore di 50 miliardi di euro, che salgono a oltre 100 miliardi se si calcolano le ricadute sull’intero sistema economico nazionale.
Per il gioco delle parti, ora qualcuno verrà a raccontarci che il Governo ha bloccato ciò che il suo partito aveva pianificato e che il Movimento 5 Stelle ha la responsabilità politica di queste scelte, che invece, come si può evincere, sono ascrivibili ad un sistema che è pieno di falle, iper-burocratizzato dalla spina dorsale e questo non certo a causa di chi guida il paese da appena un anno. Un sistema incancrenito, ma che poco alla volta stiamo tentando di scardinare, con buona pace di chi ci ha preceduto che, a differenza nostra, lo ha sempre alimentato, politicizzandolo e rendendolo quasi impenetrabile.