Cento anni fa, correva l’anno 1919, nasceva l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, all’indomani della carneficina capitalista della Grande Guerra. Scopo dell’Oil, quello di normare le regola base per la tutela dei diritti dei lavoratori in un contesto europeo postbellico assai teso e prodromico ad una contrapposizione serrata tra capitale e lavoro, che poi sfocerà nella reazione della borghesia attraverso la nascita dei totalitarismi che segneranno negativamente la fase cruciale del primo Novecento. In cento anni le rappresentanze sindacali hanno costituito, con alterne firtune, un baluardo di civiltà e di tutela delle classi lavoratrici fino alla deregulation dei nostri giorni. Di OIL e futuro del lavoro s’è discusso alla Facoltà di Scienze Economiche ed Aziendali nell’ambito di un convegno organizzato dall’Unisannio e dalla Cgil e che ha avuto in Susanna Camusso l’ospite d’eccezione. L’ex segretario generale del maggiore sindacato italiano ha affrontato, a volo d’angelo, le problematiche della contingenza attuale. A partire dal reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle
Il decreto cosiddetto “sblocca cantieri” frutto di un compromesso tra i due contrenti al Governo e che prevede una sospensione del Codice degli Appalti che la Lega vorrerbbe “in toto” per due anni, mentre i grillini solo per alcuni passaggi. Camusso è dell’avviso che il danno sarebbe di molto superiore al reale intendimento dell’Esecutivo.
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