Trentotto anni di carcere e 148 nerbate. E’ la condanna cui è stata sottoposta Nasrin Sotoudeh, l’avvocato persiana cui le autorità religiose islamiche iraniane hanno inteso neutralizzare l’attività di difesa dei diritti civili portata avanti proprio attraverso la sua funzione di avvocato. Il regime degli Ayatollah e il suo braccio armato costituito dai Pasdaran, pur ammorbiditi rispetto ai primordi dell’avvento al potere alla fine degli anni 70 da una presa di coscienza della società iraniana, resta uno dei sistemi oppressivi più capillari e repressivi al mondo. La vicenda di Nasrin ha fatto il giro del pianeta. Da Teheran fino a Benevento dove l’Ordine degli Avvocati ha sposato la causa firmando un manifesto di sostegno pieno alla lotta per i diritti civili che la Sotoudeh porta avanti, difendendo le donne che si battono contro la costrizione del velo ed altre limitazioni imposte dalla legge islamica e che per questo subiscono la ritorsione implacabile del regime.
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