Va prendendo una fisionomia ben definita la vicenda della fuoriuscita di cromo dalle tubature dell’azienda Leonardo, all’interno del consorzio Asi a Ponte Valentino. Gli accertamenti operati dall’Arpac fanno respirare quelle aziende come Nestlè e Rummo che l’ordinanza della Provincia, che vietava l’approviggionamento idrico fino a totale esclusione di inquinamento delle falde, aveva messo in estremo allarme. Il dato che emerge dalla sequela di rilevamenti da parte di Arpac, l’ultimo nella giornata di ieri, denota livelli di cromo in regressione nei quattro pozzi Leonardo e di presenza al di sotto dei livelli di guardia in quelli Nestlè e Rummo. Nel dettaglio livello quattro per Rummo, 0,5 per Nestlè in riferimento ad una soglia di concentrazione che è pari a 5. In sostanza il cromo non avrebbe intaccato le falde acquifere tenendo conto però che Rummo è allacciato alla rete Gesesa mentre Nestlè si serve di pozzi propri. I dati però parlano chiaro così come il presidente della Provincia Di Maria che prende atto di quanto si sta verifivando nelle profondità di Ponte Valentino.
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