Tensione alle stelle a Ponte Valentino. La presenza di cromo in quantità esponenziale in uno dei pozzi dell’azienda Leonardo, quello P1 per l’esattezza, dove i livelli fanno registrare un valore di 824 , mentre la soglia è di 50, ha fatto scattare l’allarme generale in tutta la zona Asi. Ieri il vertice in Prefettura con Mastella, Di Maria, e i tecnici dei rispettivi enti. In serata le ordinanze del Comune, che chiude la linea produttiva di Leonardo collegata alla fuoriuscita di cromo, ma in misura maggiore quella della Provincia che interdice “con effetto immediato e per trenta giorni l’uso dei pozzi nell’area del Consorzio in modo generalizzato.
Una decisione che ha mandato in tilt l’Asi e Luigi Barone che ne è il presidente. La mattina a Ponte Valentino è trascorsa in un clima di nervosismo da tagliare col coltello anche perchè il maggiore destinatario del rischio chiusura è la Nestlè, che ha già avviato propri monitoraggi e che non presenterebbero tracce di Cromo dai propri pozzi non Gesesa. Nestlè avrebbe subito fatto intendere che in caso di effettiva applicazione dell’ordinanza vi saerebbero ripercussioni automatiche sulla produzione; che significa rischi enormi per l’occupazione. Una patata bollentissima nelle mani di Barone e che certo tiene in apprensione Mastella e Di Maria. Ma il Presidente del Consorzio nopn ci sta a fare la parte del vasodi cioccio tra vasi di acciaio e perciò corre ai ripari e chiama in ballo la Regione, una exit strategy per prendere tempo senza ostacolare i controlli degli enti preposti.
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