Bracconieri scatenati sul Taburno. Il caso della carcassa di vitello portata a quota 1200 e ivi cosparsa di veleno per topi, al fine di avvelenare i pochi lupi presenti sul territorio, ha destato enorme scalpore e forte indignazione. Il proliferare di fenomeni sempre più diffusi di oltraggio al patrimonio demaniale ha generato la sdegnata reazione del presidente dell’Ente Parco del Taburno Costantino Caturano, che si è da poco insediato al vertice dell’organigramma. Dalla caccia indiscrimanata, all’appropriazione indebita di legna, per non parlare dello sversamento dei rifiuti, l’oltraggio alla natura è ormai diventato insostenibile e Caturano invia messaggi assai netti.
La presenza di un numero sempre più elevato di cinghiali che mette a rischioo anche la sicurezza pubblica. Anche questa situazione non appare casuale. Il sospetto è che proprio ai bracconieri si deve la responsabilità di immettere fauna sempre maggiore di ungulati per poi attendersi la richiesta di calmierazione del numero. L’avvelenamento dei lupi mira a stroncare la “concorrenza” naturale, visto che i lupi rappresentanio i predatori diretti del cinghiale in questa zona.
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