In origine era una boutade. Poi la questione del tetracloroetilene nei pozzi di Pezzapiana e Campo Mazzoni è stata, non senza reticenza, ammessa anche dal Comune di Benevento. E da Gesesa, che ha avviato indagini culminate nell’ammissione della presenza di sostanze chimiche ma comunque nei parametri di guardia e tali da non preoccupare circa la potabilità dell’acqua erogata al 65% della popolazione beneventana. Mastella anche nella giornata odierna, rilasciando alcune dichiarazioni ad Ottochannel, ha ribadito un concetto largamente diffuso: l’acqua è potabilissima, se l’Asl dovesse dare responsi diversi sarebbe obbligatorio chiudere i rubinetti. Concetto chiarissimo ma la questione non è la potabilità, vivaddio non in discussione, bensì la presenza, a fasi alterne, di percentuali maggiori o minori di teracloroetilene e questo costituisce un fattore che impone una profonda riflessione, al di la delle affermazioni non sempre “oxfordiane” del sindaco. E’ certo importante l’avvio di una perlustrazione ad ampio raggio delle falde acquifere e d’altra parte l’Arpac ne aveva suggerito da tempo la verifica consigliando anche la metodologia e cioè la chiusura di tutti i pozzi, sia quelli pubblici che privati, per consentire il monitoraggio completo. In tutti i modi la questione, anche grazie a quello che il sindaco chiama “cannibalismo mediatico”, è finalmente approdata ad una presa di coscienza e di questo non può che beneficiarne la città.