“Chi afferma che il parere e la volontà dei contribuenti-cittadini, nonché utenti che rischiano la vita entrando negli Ospedali che fanno parte dell’Azienda Ospedaliera S. Pio, sia inutile e intende promuovere solo speculazione politica, tra l’altro denigrando l’operato dei Parlamentari dei 5 Stelle che ha sostenuto e votato, non merita alcuna replica ma solo un atto di compassione e comprensione. Piuttosto, è opportuno prendere atto del livello di approssimazione e superficialità con cui l’attuale Management guida e gestisce l’A.O. S. Pio.
Qualche giorno fa è comparso sul sito istituzionale aziendale la delibera n.134 del 01.03.2019 che è relativa all’ammissione dei candidati al Concorso per avvocati. La Delibera richiama un Allegato A – ELENCO AMMESSI DEFINITIVO e un Allegato B – ELENCO ESCLUSI DEFINITIVO.
Nell’allegato A risultano ammessi 77 concorrenti (occorre contarli a mano in quanto la numerazione è errata) mentre nell’allegato B risultano 10 candidati esclusi DEFINITIVAMENTE dal Concorso. Ebbene, tra i nomi degli AMMESSI dell’Allegato A ci sono 9 avvocati che risultano CONTEMPORANEAMENTE NON AMMESSI nell’Allegato B. Figurano tra gli ammessi dell’allegato A concorrenti con gli stessi nominativi ripetuti più volte.
Pensiamo che gli avvocati esclusi/inclusi proporranno ricorsi e contenziosi e un eventuale accesso agli atti per verificare la documentazione di tutti i concorrenti. Questo avvenimento non è che la punta dell’iceberg del dilettantismo e del pressapochismo che questo management ha portato e trasmigrato nei nostri Ospedali e, peggio ancora, nella nostra città e provincia.
Come è stato possibile adottare un tale atto che porta la firma di tutta la direzione generale e del dirigente preposto senza che nessuno abbia avuto un minimo di attenzione e lucidità riconoscendo l’errore? Probabilmente firmano gli atti senza leggerli e questo documenta la mancanza di responsabilità professionale. I Cittadini Sanniti, fiscalmente vessati, trasferiscono soldi allo Stato e dunque alla Regione per avere in cambio dei Servizi Pubblici efficienti e non per essere aggravati da ulteriori costi che derivano da sprechi, da cattiva gestione o da errori di superficialità, oltre che rischiare la propria vita vedendosi negato un diritto. Chi fa Politica e ricopre incarichi istituzionali, deve comprendere che sta gestendo risorse economiche dei Cittadini e non può considerare l’Ente che governa come la propria abitazione.”