Una marcia lunga un chilometro per chiedere in maniera decisa al Governo di far ripartire immediatamente i lavori per la Lioni-Grottaminarda, fermi dal 31 dicembre dello scorso anno per il mancato rinnovo dell’incarico al commissario ad acta Filippo D’Ambrosio. Questa mattina la manifestazione, che ha visto la compattezza delle sigle sindacali e delle istituzioni del comprensorio, ha registrato anche la presenza dell’onorevole Cosimo Sibilia, unico parlamentare all’appuntamento che ha commentato l’annuncio del ministro Toninelli sull’inserimento, nel decreto sblocca cantieri, di una norma per far ripartire subito i lavori di completamento dell’infrastruttura. “Speriamo non faccia parte dei soliti annunci, ai quali il Movimento 5 Stelle ci ha abituato”, ha detto il deputato di Forza Italia.
All’appuntamento tanti primi cittadini della zona che hanno sottolineato cosa significa la chiusura di questo cantiere nell’immediato e per il futuro, tra i quali quello di Ariano, Domenico Gambacorta, e di Grottaminarda, Angelo Cobino. Ma anche i riferimenti provinciali e di categoria di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, uniti in questa vertenza. “Non c’è una crisi strutturale – hanno spiegato Luigi Simeone e Mario Melchionna – ma gli stati di avanzamento dei lavori non possono essere certificati. Da qui la minaccia di licenziare circa 200 operai da parte delle imprese che fino allo scorso anno stavano realizzando gli interventi sulla Lioni-Grotta”. Sindacati compatti, dunque, e soprattutto in pressing sul Governo. “La strada a scorrimento veloce che collegherà Mar Tirreno e Mar Adriatico – hanno affermato Franco Fiordellisi e Costantino Vassiliadis – è da completare nel giro dei prossimi 2 o 3 anni. Altrimenti ci saranno conseguenze davvero negative. Il rischio di un de profundis dell’Irpinia e quanto mai reale”.
Alla manifestazione sulla Lioni-Grotta anche un nutrito gruppo di operi della Novolegno che hanno indetto una giornata di sciopero per portare la loro vertenza ad un livello mediatico e istituzionale superiore. L’obiettivo è chiedere aiuto al Governo, in particolare al Mise, per cercare di tenere in vita lo stabilimento di Arcella. Magari anche valutando altre opzioni come quella di una riconversione produttiva. A giorni si svolgerà la riunione con la proprietà del gruppo Fantoni. Per Davide Mupo, Rsu della Uil, i margini di un ripensamento ci sono, basta intavolare un dialogo serio. Del resto “i lavoratori sono disposti ad andare avanti con gli ammortizzatori sociali e ci sono almeno una ventina di prepensionamenti possibili”.