In attesa dell’udienza camerale, che discuterà l’istanza di sospensione dell’esecutività della predetta sentenza, i Sindaci e il Coordinamento continuano il proprio impegno perché si affermino le ragioni dell’allocazione degli impianti del ciclo integrato dei rifiuti richiamate nella normativa e nella strumentazione di pianificazione urbanistica vigente che non corrispondono per nulla ai criteri utilizzati per il biodigestore a Chianche .
Tesi questa che stiamo ribadendo da tempo e che in vista della prossima Assemblea generale dell’ “A.T.O. Rifiuti Avellino ” abbiamo già sottoposto all’attenzione del Presidente Arch. Valentino Tropeano perché non si ripeta l’errore contenuto nell’avviso pubblico regionale di non recepire tali vincolanti prescrizioni affidandosi allo spontaneismo o al protezionismo campanilistico.
La battaglia di civiltà contro il biodigestore non è né ideologica né corporativa ma vuole essere un esempio di unitarietà per l’intera provincia perché per il territorio irpino, di pregio e non, sia riservato da parte delle Istituzioni il rispetto che esso richiede prospettando un modello di sviluppo sostenibile e perché tutti i Sindaci e le Amministrazioni comunali la sentano come loro, senza cedere ai dannosi richiami dell’indifferenza e dell’autarchia localistica.