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Benevento| Abeti lungo Corso Garibaldi., che fare?

Benevento| Abeti lungo Corso Garibaldi., che fare?

7 Gennaio 2019 | by Anna Liguori
Benevento| Abeti lungo Corso Garibaldi., che fare?
Attualità
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In questi giorni si sta decidendo il destino dei 90 abeti rossi che sono stati posizionati a scopo decorativo per le feste natalizie lungo il corso Garibaldi a Benevento, e avendo appreso che l’Amministrazione Comunale è intenzionata a piantarli in città e nei sui dintorni è necessario riflettere sull’opportunità di questa scelta.

Innanzitutto da decenni associazioni e testate giornalistiche continuano a denunciare quel comportamento consumistico di Enti e di privati cittadini che in occasione delle festività natalizie viene definito la “strage degli abeti”. Colpevoli i vivaisti che forniscono piante a radice nuda mal sradicati che sopravvivono più o meno qualche mese per poi disseccarsi completamente. Gli abeti di Corso Garibaldi non sfuggono a questa logica prova ne sono le loro grandi dimensioni e i tiranti di ferro che li tengono ancorati ai vasi di cemento.

Pur riconoscendo positivamente l’iniziativa del Comune e della Camera di Commercio di Benevento, che ha speso più di 50.000 € per creare un’atmosfera natalizia lungo il principale luogo di passeggio cittadino, a quanto sembra molto apprezzata dai commercianti di quel settore del Centro Storico ma anche dai fruitori del corso Garibaldi, dando però a Benevento le sembianze di una città del Nord Europa ed escludendo altre zone della città dalla valorizzazione natalizia, va detto che l’abete rosso (Picea abies) è specie che non cresce naturalmente nel Sud dell’Italia e in genere in tutta l’Europa meridionale. Sebbene si trovino dalle nostre parti alberi di questa specie sia isolati, nei giardini privati o nei parchi cittadini, oppure in aggregazioni a formare dei piccoli boschi dovuti a rimboschimenti risalenti ad alcuni decenni fa, l’abete rosso è un albero che è originario delle zone di clima boreale dell’Europa, ossia della Penisola Scandinava e della Russia settentrionale, ma cresce naturalmente anche in Polonia, Germania e sulle montagne delle regioni dell’Europa centrale come quelle delle catene dei Carpazi, dei Balcani e delle Alpi. Conseguentemente stona il voler per forza trovare una sistemazione locale ad alberi propri di altri climi e latitudini. Soprattutto risulta incomprensibile l’idea del Comune di Benevento di riciclare degli abeti rossi piantandoli in un’ansa del fiume Sabato e lungo le piste ciclopedonali realizzate in passato dalla Provincia di Benevento a monte e a valle della città, considerando anche che la denominazione “Paesaggi sanniti” della pista ciclopedonale che in circa 7 km collega c.da Pantano con c.da Scafa, sottolinea delle caratteristiche territoriali che vedono la presenza delle specie arboree autoctone tipiche delle colline dell’Italia meridionale, quali querce, olmi, carpini, frassini, e di quelle che popolano le rive dei corsi d’acqua come salici, pioppi e anche qualche ontano nero. Certamente non sarebbe un “paesaggio sannita” quello delle piste ciclopedonali utilizzate a scopo ricreativo, sportivo e turistico affiancate da abeti rossi, per giunta sempre verdi e con foglie aghiformi che contrastano con gli alberi a foglie larghe e caduche tipiche delle aree collinari appenniniche. Tale proposta ci porta indietro di almeno 40 anni, quando si facevano rimboschimenti poco scientifici impiantando specie alloctone nella nostra realtà ambientale.

Eppure altre soluzioni ci sono, infatti pur se non ci si volesse adeguare a quanto si fa in altri Comuni italiani, dove si ricicla l’albero di Natale traendone del compost, cioè terriccio ottenuto dalla decomposizione e trasformazione biologica delle sostanze organiche attraverso un ciclo controllato che viene utilizzato come fertilizzante ecologico del terreno, oppure ricavandone del “pacciamante”, ossia materiale organico che è utilizzato per creare uno strato protettivo sotto le piante per evitare la crescita di piante infestanti ma anche per contenere nei mesi estivi la rapida evaporazione dell’acqua, si potrebbe pensare ad un’azione di solidarietà, stavolta del Sud del Paese verso il Nord, inviando gli abeti rossi nei loro luoghi di origine, in quelle zone delle Alpi dove le tempeste dello scorso novembre hanno fatto strage di alberi, ciò qualora qualcuna delle piante dovesse sopravvivere allo stress subito che ha avuto inizio con l’estirpazione. Sarebbe altresì auspicabile un’iniziativa a km 0, visti i costi non solo economici ma anche ambientali di trasporto, regalando gli alberi a chiunque voglia piantarlo in giardino oppure sistemandoli in aiuole e giardini pubblici in ambito propriamente urbano.

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