Caro Babbo Natale,
Siamo gli operai della ex Irisbus, oggi IIA, e visto che qua nessuno ci ascolta abbiamo pensato che, forse, scrivendoti avremmo avuto sicuramente più attenzione e certamente più impegno nel cercare di risolvere la nostra vertenza. È inutile che ripercorriamo tutta la nostra storia da 2011 (anno della chiusura della nostra fabbrica) ad oggi. Tu hai conoscenze importanti quindi sai bene quante batoste abbiamo preso in questi anni. Tu conosci le delusioni, i viaggi della speranza, gli odi inutili, le mortificazioni che abbiamo dovuto subire. Tu sai quanti Governi si sono succeduti, quanti tavoli e quanti Ministri hanno finto di occuparsi delle nostre “carte”. Tutti i partiti hanno “gestito” la nostra vertenza: Forza Italia e tutto il PDL che non poteva non dare man forte alla Fiat che ci ha chiuso la fabbrica, i moderati di Monti che, con la scusa della crisi, ci facevano quasi sentire fortunati, Letta impegnato più a farsi riconoscere dai suoi che a risolvere i problemi ed infine il PD di Renzi che, come fecero Totò e Peppino con la famosa fontana romana, ci ha venduti (meglio regalati) a chi non aveva nessuna garanzia per far sopravvivere la nostra produzione. Oggi che abbiamo al Governo due partiti che si definivano di rottura e cambiamento per noi tutto resta uguale, per noi nulla è cambiato. Li abbiamo anche votati, caro Babbo Natale, perché hanno fatto leva sui nostri bisogni principali presentandosi con le facce dei bravi ragazzi, e invece? Invece per noi l’odissea continua: tavoli, processioni, appelli e mortificazioni per chiedere semplicemente ciò che ci spetta: lavoro! Si noi vogliamo semplicemente lavorare nella nostra fabbrica, vogliamo fare gli autobus che servono alla nazione, vogliamo che il denaro (di tutti i contribuenti) dato al nuovo “imprenditore” non vada perduto, vogliamo dare un futuro a questa terra. Abbiamo contattato tutti gli onorevoli locali del movimento 5S (uno è addirittura sottosegretario, Sic!), tutti disponibili (a chiacchiere) ma nessuno pronto a battere i pugni sul tavolo del loro Governo (questo sarebbe un cambiamento). Tutti silenziosi, tutti pronti a mostrarsi gentili con il “popolo” ma attenti a non urtare la “sensibilità” di chi è al loro vertice e comanda e non sa o non vuole fare niente. Così son o mesi, caro Babbo Natale, che assistiamo a disattese dichiarazioni di ripresa, seguite da continui scarica barile, perché, si sa, è tutta colpa di quelli di prima! Intanto noi? Che fine facciamo? Noi vorremmo chiedere sicurezza per il futuro e invece ogni volta siamo costretti ad elemosinare la cassa integrazione e a volte ci verrebbe voglia di finirla con questa farsa! Intanto il nostro nuovo padrone (un tale Del Rosso) minaccia fallimento se non lo si aiuta a restare a galla con i soldi dello Stato (cioè nostri)! Ma i nostri onorevoli hanno idea dei nostri fallimenti? Sanno dei nostri conti bancari? Dei nostri figli? Sanno che mantenere qualcuno sospeso ad una corda porta alla morte? Noi siamo senza ossigeno, così come senza ossigeno è la nostra nazione. L’ Italia ha bisogno di autobus nuovi, quindi ha bisogno di questa fabbrica e di noi, perciò caro Babbo Natale ti chiediamo di “intercedere” per noi in quelli che vengono chiamati “piani alti” e aiutarci a chiedere la nazionalizzazione della nostra fabbrica, tanto con tutti i soldi che hanno avuto fino ad ora quelli che l’hanno “gestita” quasi potrebbe dirsi già statale! Questa semplicissima questione avevamo chiesto agli onorevoli locali del “Governo del cambiamento” ma ad oggi tra tante chiacchiere non sappiamo nemmeno se condividono questa nostra proposta, anzi approfittiamo di questa lettera a te per chiedere anche a loro: “Onorevole Maraia, Gubitosa, Pallini, Sibilia, almeno condividete con noi sull’ unica soluzione possibile per questa vertenza? Condividete la “nazionalizzazione della produzione di autobus”? Se ci siete battete un colpo. Noi siamo stanchi ormai anche dell’inutilità di questo Governo. Siamo stanchi anche delle loro confuse e sovvertite parole, perché in mano a loro, caro Babbo Natale, “tale e quale” è diventato “cambiamento”; “lotta” è diventato “processione”, ecc…, ecc… Basta! Certamente nei prossimi giorni andremo a chiedere conto del suo operato a colui che poco tempo fa annunciava buone notizie per noi e quelli di Bologna e si faceva chiamare “il cittadino Di Maio”.
Non porteremo né bandiere e né immagini da bruciare per essere ricevuti, ma porteremo tutta la nostra rabbia perché se credono di volerci “educare” alle “processioni” devono sapere che noi quelle non le facciamo verso i palazzi o i simboli del Governo ma magari per la Madonna di “Monte Vergine” che forse la “grazia” può farcela di più! Per ora abbiamo pensato però che, essendo Natale, una nostra letterina la meritavi anche tu, perché “anche se abbiamo i capelli bianchi” abbiamo ancora bisogno di credere in qualcosa…