Si conclude il “duello” a distanza tra “Moscati” di Avellino ed ex Rummo di Benevento, in lizza per avere il ruolo di Dipartimento d’emergenza e accettazione di secondo livello nella macro area Irpinia-Sannio, ridisegnata da Palazzo Santa Lucia. Alla fine la spuntano entrambi, non essendoci più concorrenzialità tra le due province. Lo prevede il Piano regionale di programmazione della rete ospedaliera appena approvato dal governatore Vincenzo De Luca, in qualità di commissario alla Sanità. Il nuovo schema sbroglia la matassa e accontenta tutti, optando per un Dea di secondo livello per ogni provincia, ad eccezione di Napoli che ne ottiene 4.
Per la struttura sanitaria di Contrada Amoretta, però, ci sono gioie e dolori, in quanto rispetto alle altre aziende ospedaliera campane viene penalizzata sul numero di Unità complesse e quindi di primari.
Stando alla normativa vigente, le aziende ospedaliere dovrebbero avere un primario ogni 16 posti letto mentre quelle ospedaliere universitarie, come il Ruggi d’Aragona di Salerno, uno ogni 14 e, infine, le Asl uno ogni 22. Tuttavia il piano assegna al Moscati un primario ogni 17,44 posti letto, mentre al San Sebastiano di Caserta uno ogni 15,71, al San Pio uno ogni 16, mentre al Monaldi di Napoli uno ogni 16,58 e al Cardarelli, uno ogni 16,7.
Sulle degenze, poi, la macro area Irpinia-Sannio perde 205 posti letto, di cui 31 pubblici nell’avellinese. Si tratta di un unico territorio in diminuzione dove si passa dalle 2961 unità alle 2756 indicate dal nuovo piano. Confermati, infine i criteri di annessione del Landolfi di Solofra al Moscati, con complessivi 628 posti. 56 in più di quelli che aveva prima da sola la città ospedaliera ma 48 in meno nel totale, visto che il presidio della concia, da solo, ne contava 104.