A tre anni dal cataclisma abbattutosi sul Sannio, il primo pensiero va alle Vittime causate direttamente e indirettamente dalle bombe d’acqua; a quanti hanno sofferto e patito danni morali e materiali; al coraggio e all’impegno dei Soccorritori della Protezione Civile Nazionale e Regionale, dei Vigili del Fuoco, dell’Esercito, delle Forze dell’Ordine e degli altri Organismi dello Stato e della Regione, e dei tantissimi volontari, soprattutto giovani e tra le cui schiere si annoverarono anche ragazzi del popolo dei “migranti”. Il primo pensiero va alla dignità e alla volontà di rinascita mostrati dagli imprenditori, dagli agricoltori, dagli artigiani, dai commercianti, dalla popolazione tutta.
Ma quest’anniversario, per quanto siano i sinceri questi sentimenti, non può esaurirsi in una manifestazione di retorica.
Per quanto riguarda, dunque, le mie responsabilità e quelle della Provincia di Benevento la solidarietà, sentita e profonda, si trasformò immediatamente, nella stessa notte della catastrofe, in impegno concreto e pieno a favore del territorio con risultati oggi visibili a tutti. Rispetto all’enormità di quel disastro che investì oltre l’80% dei Comuni sanniti, infatti, la Provincia di Benevento ha fatto tutto intero il proprio dovere ultimando la parte di ricostruzione che le era stata assegnata per la viabilità, per il reticolo idrico e per le Scuole.
La Provincia di Benevento ha infatti, speso bene, nei tempi previsti, con trasparenza e correttezza, senza contestazioni di alcun tipo, tutte le risorse finanziarie ad essa assegnate per la ricostruzione dal Governo centrale e dalla Protezione Civile Nazionale e Regionale. Altre risorse inoltre sono state reperite sul Bilancio della stessa Provincia, grattando letteralmente il fondo del barile, nonostante tutti i ben noti tagli governativi (in vigore nonostante l’emergenza): gli amministratori e i funzionari della Provincia, si sono assunti anche notevoli responsabilità per questo impegno finanziario. E comunque anche queste risorse sono state tutte spese subito e bene. Lo abbiamo fatto anche contando sull’apporto scientifico dell’Università degli Studi del Sannio.
Tutti gli interventi programmati sono stati portati a termine: in particolare, sono stati ricostruiti i ponti distrutti dalla furia delle acque dei torrenti Jenga, Malepara, Reventa, Tammarecchia. Unica eccezione concerne il ponte sull’Ufita in territorio di Apice, la cui ricostruzione ha dovuto scontare l’interferenza con l’Alta Capacità Ferroviaria: e, comunque, anche questi i lavori per oltre 2 milioni di Euro, sono stati avviati proprio nei giorni scorsi.
Altrove, in Italia, tutto questo purtroppo non è successo e non succede.
Lo voglio dire a chiare lettere: i risultati conseguiti dalla Provincia di Benevento non sono la norma in un Paese come il nostro, dove tanti concittadini in tante altre realtà vivono la dolorosa esperienza della mancata ricostruzione, anche a distanza di anni dagli eventi calamitosi naturali che li hanno colpiti.
Rivendico dunque con forza ed orgoglio questa virtuosa diversità della Provincia di Benevento che ho amministrato e che è stata capace di riconsegnare ai cittadini nel giro di 2 anni la quasi totalità delle opere distrutte di sua stretta competenza. Debbo questa rivendicazione anche ai Collaboratori degli Uffici dell’Ente che hanno onorato il proprio ruolo con competenza e professionalità».