Il 24 ottobre 2018, alle ore 17.00, sarà ufficialmente riconsegnato presso il Museo del Sannio il restaurato Obelisco del Tempio egizio della Dea Iside di epoca imperiale romana.
Lo ha deciso il Presidente della Provincia di Benevento Claudio Ricci d’intesa con il Soprintendente Archeologia di Caserta e Benevento Salvatore Buonomo, che hanno così voluto riorganizzare, con un rinnovato allestimento, il complesso dei reperti del Tempio isiaco beneventano, rinvenuti durante uno scavo archeologico in Città agli inizi del secolo scorso da Almerico Meomartini e da sempre patrimonio del Museo del Sannio, Istituto della Provincia.
L’Obelisco, tornato dalla California dopo il recupero curato e realizzato a spese del Paul Getty Museum e dopo la mostra sull’Egitto antico svoltasi presso lo stesso Istituto californiano, era stato ri-assemblato presso il Museo del Sannio venerdì 28 settembre scorso, con l’intervento di Erik Risser, capo restauratore dello Museo statunitense e degli esperti della Soprintendenza.
I lavori di riassemblaggio hanno richiesto molto tempo non solo per la delicatezza dell’operazione e la cura, l’attenzione e le accortezze dovute per la salvaguardia del bene archeologico, ma anche per studiare e dare attuazione al movimento “ad incastro” delle macchine elevatrici, dei ponteggi mobili e delle scale con le quali i cinque pezzi dell’importante reperto sono stati calati dall’alto, uno ad uno.
L’Obelisco ora poggia sulla pedana anti-sismica appositamente “ri-progettata” da una Azienda beneventana, la Arguzia srl, sul modello californiano-tedesco sulla quale era stata esposta a Los Angeles.
Ricci ha dichiarato a questo proposito: “Per quanto concerne l’operazione complessa e difficile di “riassemblaggio” dell’Obelisco tornato dagli Stati Uniti è importante sottolineare la sua eccezionalità, anche in relazione alla pedana antisismica tutta “Made in Sannio” sul modello californiano firmata da Arguzia srl; ma è importante altresì notare che i costi di tale operazione, rispetto al modello originario californiano-tedesco sono assai più contenuti e sono stati “reperiti” su residui di Bilancio dal responsabile della Gestione del Patrimonio della Provincia l’ing. Michelantonio Panarese, il quale ha anche ha anche il merito di aver individuato il pool di Imprese per la realizzazione della pedana. Il tutto nel giro di pochissimi giorni dopo il via libera definitivo da parte della Soprintendenza Archeologia all’intero progetto. Si tratta di un intervento che se non è azzardato definire quasi un “fai da te”, in quanto ai costi; ma che costituisce, comunque, una dimostrazione tangibile della capacità di innovazione tecnologica che è parte dello know-how delle Imprese sannite. Si tratta dunque di rendere onore al merito sia delle Imprese private locali che dei funzionari della Provincia che lavorano con dedizione e passione ai loro doveri. Questi due fattori mi spingono ad essere ancora più orgoglioso dello straordinario risultato che abbiamo portato a termine: ridare alla Città e al Sannio, riportandolo, nei limiti del possibile, alla bellezza originaria, una delle testimonianze più insigni della illustre storia di questo territorio”.
Nella foto da sx: Michelantonio Panarese, ingegnere responsabile del Patrimonio della Provincia, mentre discute con Riccardo D’Uva di Arguzia srl, Mario Andolfi della Soprintendenza Archeologia ed Erik Risser, restauratore del Paul Getty Museum e regista della ricollocazione.