Questa riunione è a porte chiuse, per cui raus…Tradotto, ci ha gentilmente invitato a levar le berze e andare via. Il sindaco ha preteso che i giornalisti abbandonassero la stanza dell’incontro con i rappresentanti del comitato e davvero non se ne comprenmde il motivo. Mastella cosa mai potrà raccontare agli astanti di tanto segreto? Proviamo ad immaginare il conciliabolo. Il sindaco si mostra ai cittadini e ripeterà come un mantra che è vicino alle difficoltà della popolazione di Capodimonte, ne comprende le avversità, sa che il ponte chiuso produce intasamenti e caos e un certo impoverimento dell’economia già fragile di questa fetta di città. Mastella e Adriano Reale diranno che però la situazione è senza vie d’uscita. Il ponte resterà chiuso perchè i motivi di preoccupazione circa la tenuta strutturale sono assai fondati e poi c’è una commissione universitaria che ha avallato, e non poteva essere altrimenti, il parere dell’Ufficio Tecnico e di Perlingieri che ad agosto chiusero l’infrastruttura. Ragione per la quale, in attesa dell’arrivo dei dovuti macchinari, otto in tutto il Paese, e di ancor più dettagliati controlli il ponte resterà interdetto al traffico veicolare e pedonale.
Tutto qui. C’era bisogno di chiudere le porte in faccia alla stampa per dire cose tutto sommato già note urbi et orbi? Va detto che il sindaco, incredibile visu, ha permesso le riprese interne e non è poi così scontato. Ma Mastella agisce così e non se ne fa problemi. Egli è un politico e come tale valuta gli incontri tutti come conciliaboli da tenersi lontano da orecchie indiscrete, caminetti dove elaborare strategie. E tuttavia, egli qui fa il sindaco e queste metodologie stridono con le normali relazioni tra stampa, istituzioni e collettività. Anche quando non ci sarebbe motivo di agire in questo modo.