E’ durata assai poco la “latitanza” di Gabriele Corona dalle cronache cittadine. Il dipendente del Comune di Benevento censurato da Palazzo Mosti e fatto oggetto di procedimenti disciplinari dal dirigente Verdicchio e salvato in corner dalla decisione del sindacato Cub, smette i panni di leader di Altrabenevento, almeno fino al 24 settembre, e torna alla carica. Torna contestando, in nuce, la modifica alla delibera di Giunta n. 26 del 15 febbraio 2018 in base alla quale “per l’ennesima volta in pochi anni, la macrostruttura dell’Ente sulla base dei capricci del momento di sindaco, assessori e dirigenti subisce modifiche. Con quell’atto, tra le altre cose, l’amministrazione ha deciso di togliere il settore Commercio al dirigente Lanzalone, caduto in disgrazia per le osservazioni alla delibera del 2017 per il contestatissimo concorso di Dirigente alle Finanze. Per raggiungere questo obiettivo la Giunta ha deciso di “armonizzare le competenze dei settori” accorpando gli uffici che si occupano di attività produttive al settore Urbanistica. E così, il dirigente Maurizio Perlingieri, vincitore di concorso per il Settore Opere Pubbliche e poi incaricato anche di dirigere la Pianificazione Urbanistica e lo Sportello Unico per l’Edilizia, adesso si occupa pure di Attività Produttive (Agricoltura, Artigianato, Commercio e Industria).
E siccome bisogna migliorare l’efficienza dell’Ente accorpando gli uffici di ogni settore in una sede unica per evitare i faticosi spostamenti dei dirigenti, la Giunta con la delibera n. 54 del 20 marzo 2018 ha deciso che i 18 dipendenti dell’ex settore Commercio, si devono trasferire da via Traiano nei locali del Settore Urbanistica, in palazzo Impregilo sul megaparcheggio di via del Pomerio. Per raggiungere questo obiettivo fondamentale per la produttività e la qualità dei servizi comunali, da qualche mese fervono i lavori per abbattere muri, montare nuovi divisori, dividere stanze e creare nuove postazioni di lavoro al fine di appollaiare 57 dipendenti dove prima a mala pena trovavano posto in 28. Ma, improvvisamente, a lavori quasi ultimati, si è svegliato dal torpore estivo l’assessore al Commercio, Luigi Ambrosone ed ha deciso che quel trasferimento non si deve fare! Dice che dopo la chiusura dei negozi nel centro storico, almeno i suoi uffici devono rimanere in via Traiano per dimostrare che il commercio ancora esiste. Ambrosone, però, ha firmato la Delibera di Giunta con la quale è stato deciso quel trasferimento e quindi adesso dovrebbe almeno spiegare perché si ricorda solo ora della cresi del commercio cittadino. Chi pagherà per i lavori fatti inutilmente? Che dicono i consiglieri di opposizione e magari i sindacalisti di CGIL, CISL e UIL considerati i disagi per i lavoratori?”