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Migranti e vicende giudiziarie, la nota di Altrabenevento

Migranti e vicende giudiziarie, la nota di Altrabenevento

12 Luglio 2018 | by Alberto Tranfa
Migranti e vicende giudiziarie, la nota di Altrabenevento
Attualità
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Sibilia M5S annuncia la riduzione dei migranti nel Sannio a quota 900 ma la Prefettura li aumenta a 3000. Le vicende giudiziarie del Consorzio Maleventum e la difesa insidiosa di Paolo Di Donato”

Qualche giorno fa sono stati trasferiti in altre province campane alcune centinaia di migranti ospitati finora nei centri Damasco del Consorzio Maleventum di fatto diretto da Paolo Di Donato travolto dalle note vicende giudiziarie. Il sottosegretario irpino del M5S, Carlo Sibilia, ha dichiarato a mezzo stampa che si è trattato solo della riduzione dei migranti a quota 900, in rapporto corretto all’estensione territoriale. Sibilia spiega che sono stati trasferiti per prima quelli dei centri di Di Donato perchè Il prefetto si è ritrovato a gestire l’inaspettata dimissione del presidente della Cooperativa Minerva che sosteneva di non riuscire più a gestire economicamente le esigenze ed i bisogni dei migranti ospiti presso la struttura. Nonostante nel 2017 il presidente della Cooperativa abbia ricevuto ben 10 milioni di euro, una cifra imponente”.

Evidentemente Sibilia si sbaglia perché quelle dichiarazioni sono state rilasciate dal presidente di Maleventum (e non Minerva), Giovanni Pollastro, anch’egli indagato, che il Sottosegretario dovrebbe conoscere bene perché si tratta di un attivista di punta del Movimento 5 Stelle di Sant’Agata dei Goti, fedele collaboratore del Di Donato.

L’annunciata riduzione dei rifugiati nel Sannio non trova, però, conferma negli atti della Prefettura, che proprio oggi ha concluso la Gara per la scelta di soggetti e strutture capaci di ospitare i migranti fino a quota 3.000 (compreso quelli attualmente presenti).

Dai dati della Prefettura risulta che alla data del 9 maggio erano ospitati nelle diverse strutture in provincia di Benevento 2.718 migranti (ma stranamente dall’elenco mancano quelli dei centri Aleppo che fanno carico sempre a Di Donato).

Dopo i recenti trasferimenti, quanti saranno i nuovi ospiti alloggiati nelle strutture che oggi la Prefettura sceglierà? Non sappiamo neppure chi sono i “nuovi” soggetti che cureranno l’accoglienza e se ci saranno altre società collegate con Di Donato, il signore dei migranti, tuttora agli arresti domiciliari per gravi reati.

In sua difesa è intervenuto solamente Giancristiano Desiderio, giornalista noto e apprezzato, con diversi sorprendenti articoli su Sanniopress.it per esaltare la figura di Di Donato e censurare l’indagine della Procura della Repubblica di Benevento e gli arresti. Desiderio spende parole bellissime per il Re dei rifiugiati e sposa senza tentennamenti la sua linea difensiva. Di Donato, com’è noto, ha sempre sostenuto di essere un benefattore e che comunque sul traffico dei migranti “hanno mangiato tutti”. Questo continua a ripetere anche durante gli ultimi interrogatori.

Giancristiano Desiderio conosce bene il compaesano e nelle sue appassionate difese ricorda soprattutto che dall’inchiesta emergono collusioni con alti funzionari e uomini delle forze dell’ordine ma non fa mai riferimento alle gravi e specifiche contestazioni a Di Donato contenute nella Ordinanza di arresto. Evidentemente il giornalista conosce quei documenti perché, tra l’altro, scrive: “Dalle intercettazioni – perché l’inchiesta si basa soprattutto sulle intercettazioni, con tutti i limiti del caso – emergono rapporti diretti tra il Re e il prefetto, tra il Re e gli alti funzionari dello Stato, tra il Re e le forze dell’ordine, con frequentazioni anche extralavorative che l’Orecchio della procura non ha reputato di rilevanza penale. Questa è la storia personale e sociale di Paolo Di Donato. Allora, come è possibile sostenere che sia socialmente pericoloso tanto da tenerlo in stato di arresto?”

Cosa vuol dire? Secondo Gancristiano Desiderio, sono tutti colpevoli e quindi nessuno è colpevole? Oppure: siccome non avete il coraggio di arrestare alti funzionari, rimettete in libertà il Di Donato?

Il presidente Gabriele Corona

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