Ieri sera a Baselice si è tenuto con l’Arcivescovo di Benevento Mons. Felice Accrocca un affollatissimo incontro presso il Pub Il Palazzo dei Baroni gestito da Carmelo Paolozza, operatore no slot con grande passione civile. Tanti i giovani accorsi per l’iniziativa “Giovani intraprendenti. Dialogo sul lavoro”, promossa dal Progetto Policoro della Diocesi di Benevento e dall’Ufficio diocesano per i Problemi Sociali e il Lavoro.
Ad introdurre l’incontro, svoltosi in un clima molto informale, Ettore Rossi Direttore diocesano dell’Ufficio per i Problemi Sociali e il Lavoro, Alessandra Varricchio e Sara Scuderi animatrici del Progetto Policoro della Diocesi di Benevento.
Grazie alla collaborazione del Parroco di Baselice don Michele Benizio sono state presentate alcune belle storie di giovani del territorio che si stanno rimboccando le maniche con interessanti iniziative imprenditoriali nel campo dell’agricoltura. Iniziative tutte legate alle vocazioni del territorio, in alcuni casi continuando tradizioni familiari, con l’introduzione di elementi innovativi: dall’allevamento delle lumache alla tartuficoltura, dalla produzione e confezionamento dell’olio alla produzione del vino, dalla zootecnia alla produzione di latte di asina.
“E’ un po’ la dimostrazione che in un mondo globalizzato – ha spiegato Ettore Rossi – la cosa più importante è l’intraprendenza e la capacità d’innovazione delle persone piuttosto che il luogo fisico dove si avviano le attività”.
Si sono ascoltate frasi significative da parte dei giovani imprenditori: “Abbiamo deciso di tornare, dopo aver fatto esperienze altrove”. Oppure “non mi sono accontentato, ho coinvolti altri giovani ed insieme abbiamo cercato di recuperare alcuni terreni incolti”. Qualcuno ha detto: “Non lascio abbandonata la terra, che deve essere amata”. C’è chi ha richiesto un’alleanza tra giovani e adulti, per avere un aiuto ed evitare che “ci facciamo la guerra tra operatori economici”.
L’Arcivescovo Mons. Accrocca, nel concludere l’incontro, ha espresso gratitudine per la serata molto partecipata, anche dal punto di vista qualitativo. Ha detto che queste iniziative sono importanti perché creano una mentalità diversa e si è detto convinto che il territorio del Fortore possa crescere con la moltiplicazione di tante piccole imprese, pur in quadro di carenza di infrastrutture. “E’ un aggravio ma non è insormontabile”, ha sostenuto. Ma d’altro canto Mons. Accrocca ha lamentato l’incapacità di fare sistema e di tessere reti. “Dobbiamo convincerci dell’importanza della cooperazione tra noi. L’altro non è un nemico ma è un alleato”. Nel Sud ci manca il concetto sistemico a tutti i livelli: politico, economico, pastorale ed ecclesiale. Ha incoraggiato i giovani presenti ad allargare gli orizzonti. Non possiamo ripetere sempre le stesse modalità di operare, secondo la mentalità: “Abbiamo sempre fatto così. Le cose cambiano ed insieme bisogna trovare nuove soluzioni”. Le chance di crescere ci sono, producendo eccellenze e crescendo nel marketing del territorio. “Bisogna riscoprire – ha infine affermato – un certo orgoglio per le nostre bellezze e non essere rinunciatari”.