Oltre il servizio idrico integrato, prosegue la campagna di Gesesa per il sociale. Dall’esperienza della partita dei dipendenti dell’ente di distribuzione idrica cittadino con i detenuti della Casa Circondariale di Capodimonte, è andato in scena una sorta di secondo atto che ha abbracciato stavolta una realtà diversa ma attualissima per la nostra Nazione, l’immigrazione. Gesesa per il sociale in collaborazione con la Caritas Diocesana cittadina ed il patrocinio del Comune ha organizzato una nuova partita, stavolta sul terreno di gioco del “Meomartini” con i Migranti degli Spar, i centri di accoglienza presenti nel nostro territorio.
“Questo significa fare rete. L’incontro permette di guardarsi negli occhi e di superare, forse, le tante barriere”, è il commento di Don Nicola De Blasio, direttore della Caritas di Benevento presente all’evento dove ha preso parte anche il Comune di Benevento rappresentato dal delegato allo sport Vincenzo Lauro, insieme alll’Assessore ai Servizi Sociali, Patrizia Maio, e la delegata alle pari opportunità Patrizia Callaro. Dopo l’Inno di Mameli eseguito dalla banda del conservatorio a dare il calcio d’inizio l’ Arcivescovo, Mons. Felice Accrocca, ed il capitano del Benevento Calcio, Fabio Lucioni, a testimoniare ancora una volta la vicinanza del club giallorosso a queste iniziative. “Siamo felici di essere presenti a queste iniziative. – ha detto Lucioni – Crediamo che il calcio possa essere un ottimo mezzo testimone dell’integrazione delle varie comunità”. Il match è terminato con il risultato di 5-3 a favore dei dipendenti Gesesa, premiati dal presidente della Grippo che ha ospitato l’evento. Medaglie anche per gli avversari, premiati dal presidente del CSI, Vincenzo Ievolella. Un omaggio anche per l’Arcivescovo Metropolita, al quale è stato consegnato un lavoro su tela realizzato dagli alunni del Liceo Artistico.
“Sono convinto che così facendo si può capire che Gesesa non rende solo un servizio, ma è anche al servizio della città”, è il messaggio che ha lasciato trasparire l’AD Gesesa, Piero Ferrari.