L’Assemblea Provinciale del Partito Democratico, riunitasi venerdi oltre a chiudere la verifica interna dopo la debacle elettorale e dopo avere sostanzialmente ritenuto di lasciare intonsi i livelli cittadini e provinciali del partito, ha afftontato il tema della sanità, in particolare quello del costituendo polo oncologico formato dall’Azienda Ospedaliera Rummo e dal presidio Sant’Alfonso Maria De Liguori di Sant’Agata dè Goti. Il connubio ha generatro la nascita della nuova Azienda Ospedaliera «San Pio». Sulla questione, che sta alimentando un dibattito anche politico oltre che meramente tecnico, il PD il PD ritiene necessario fare chiarezza sulla vicenda, sulle sue cause e sulle prospettive di questo accorpamento. Il PD parte dal quadro nazionale e ritiene che sia necessario ricordare che la redazione delle norme e l’assegnazione delle risorse sono sotto il diretto controllo dei Ministeri dell’Economia e della Salute e sono applicati specifici «parametri quantitativi» che determinano dei «livelli», al di sotto dei quali, intervengono accorpamenti, riduzioni o conversioni di posti-letto per acuti, sino ad arrivare alla chiusura dei Presidi, quasi mai tenendo conto delle situazioni territoriali o del disagio sociale delle comunità. Il Governo ed il Consiglio Regionale, già nel 2015, con Legge Regionale, hanno garantito a tutte le Province della Campania il mantenimento dei cosiddetti «DEA DI II° LIVELLO», ossia le Aziende Ospedaliere di Rilievo Nazionale, tra cui il Rummo di Benevento. Così facendo, si è da subito evitata, quindi allontanata, la fondata possibilità/necessità di un accorpamento tra il Rummo e il Moscati di Avellino afferente l’area vasta Irpinia-Sannio. Tuttavia, il quadro delle norme ministeriali rimane invalicabile per i Presidi Ospedalieri Territoriali delle ASL che, in assenza di sufficiente produttività, vanno incontro alla riconversione o alla chiusura. Si tratta di una «strada segnata» che riguarda la quasi totalità dei Presidi territoriali regionali e, quindi, anche il Presidio di Sant’Agata dei Goti, nonostante esso abbia, per collocazione geografica e per la sua struttura di recente costruzione, obiettive enormi potenzialità assistenziali. Avendo consapevolezza di queste potenzialità, su spinta della dirigenza provinciale del PD e della sua rappresentanza istituzionale, il Presidente De Luca, nella sua veste di Commissario ad Acta per il Piano di Rientro dal debito, nel ri-definire il riordino della rete ospedaliera campana, ha determinato, con il DCA 54/17, la creazione della nuova Azienda «Rummo – Sant’Alfonso de’ Liguori», individuando il Plesso di Sant’Agata, per una parte rilevante dei posti-letto, quale sede di Polo Oncologico di interesse regionale. Coerentemente, la Direzione Generale, ha, quindi, recepito nel nuovo atto aziendale tale creazione. Attraverso quest’operazione, l’Azienda Ospedaliera sannita aumenta anche il numero dei posti-letto complessivi, rafforzando la capacità competitiva nei confronti delle altre Aziende, sia nei numeri, che nella qualità dell’offerta.
È bene precisare che la riduzione in atto sarebbe preoccupante se avvenisse nel Presidio di Sant’Agata ante creazione nuova Azienda «Rummo – Sant’Alfonso de’ Liguori» perché, lasciato nell’ASL, il S. Alfonso non avrebbe coperture aziendali nel livello superiore dell’Urgenza. Diversamente, ed è questo il dato dirimente, il Presidio è oggi parte di una nuova Azienda in cui è presente un «Dipartimento di Emergenza di II° livello». Detto altrimenti, chi oggi arriva al Presidio del S. Alfonso per un’emergenza, entra nel Pronto Soccorso di un DEA di II° livello che, attraverso il Punto di Primo intervento, si farà carico rapidamente ed efficacemente di risposte adeguate. Al contrario, chi prima arrivava al Pronto Soccorso di Sant’Agata, con un codice di alta criticità, veniva immesso nelle rete del 118 regionale per poter trovare un’adeguata assistenza, con tutte le conseguenze ed i disagi derivanti.
Anzitutto, in relazione all’assegnazione straordinaria di risorse umane e finanziarie che garantiscono la partenza del Polo Oncologico, ci sono impegni sanciti e molto chiari da parte della Direzione Regionale per la Tutela della Salute. È chiaro, altresì, che la sua realizzazione sia un percorso molto complesso e necessiti, quindi, di essere accompagnata nel tempo da una forte azione nelle Istituzioni preposte. Il PD sannita, su questo punto, sarà costantemente presente, anche attraverso le proprie rappresentanze istituzionali, al fine di garantire il rigoroso rispetto di quanto sancito negli atti ufficiali costitutivi della nuova Azienda «Rummo – Sant’Alfonso de’ Liguori». Sarà altresì vigile sulle modalità e sulla tempistica della gestione da parte degli Organi regionali, nonché sulle scelte che il Management effettuerà sul piano organizzativo e professionale.
Questo è il quadro attuale che rappresenta, ad un tempo, una risposta storica ai bisogni della sanità provinciale (stante le condizioni di partenza) ed un’occasione unica per inserire il Sannio all’interno di dinamiche assistenziale di alto valore scientifico e professionale. Dinamiche delle quali si avvantaggeranno sia le nostre comunità, che quelle regionali. E se questi sono i nuovi orizzonti sotto i quali il nostro sistema sanitario oggi si può muovere, assumono contorni di strumentalità – peraltro occorse in condizioni di relativa ignoranza dei fatti – le principali polemiche apparse sulla stampa. Il PD Sannita chiede, pertanto, a tutte le forze politiche di uscire dal vacuo e spesso furbetto dibattito di questi giorni volto più a marcare posizioni che a valutare obiettivamente la portata del riordino in atto. Uniamo davvero le forze in una battaglia comune in difesa dell’interesse primario delle nostre popolazioni. Interesse a cui la realizzazione del Polo Oncologico dell’Azienda Ospedaliera «San Pio» (Rummo/Sant’Alfonso) offre un primo ma autentico riscontro, sia nei numeri che nella qualità dell’offerta assistenziale.