La qualità si paga, ma la qualità deve essere tracciata e documentata. Da una fotografia della coldiretti sulle scelte alimentari degli italiani, si evince che molti prodotti made in Italy non hanno una etichettatura chiara. La decisione di spingere sull’etichettatura di origine obbligatoria anche per la pasta e per il riso di fronte alle incertezze comunitarie si realizza un passo importantissimo nella direzione della trasparenza per i consumatori in una situazione in cui però ancora 1/4 della spesa degli italiani resta anonima. “Di fronte all’atteggiamento incerto e contradditorio dell’Unione Europea che obbliga ad indicare l’etichetta per la carne fresca, ma non per quella trasformata in salumi, per la frutta fresca, ma non per i succhi, l’Italia che è leader europeo nella trasparenza e nella qualità ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie” affermano da Coldiretti.
L’iniziativa dell’Italia ha spinto la Commissione Europea ad avviare con quattro anni di ritardo una consultazione pubblica sulle modalità di indicazione dell’origine in etichetta come previsto dal regolamento europeo sulle informazioni ai consumatori entrato in vigore nel dicembre 2013. Le prossime battaglie per il Made in Italy riguardano l’obbligo di indicare in etichetta l’origine della frutta utilizzata nelle bevande e quello della carne impiegata nei salumi.
L’ETICHETTA DI ORIGINE SULLA SPESA DEGLI ITALIANI
Cibi con l’indicazione origine E quelli senza
Carne di pollo e derivati Salumi
Carne bovina Carne di coniglio
Frutta e verdura fresche Carne trasformata
Uova Frutta e verdura trasformata
Miele Pane
Passata di pomodoro
Pesce
Extravergine di oliva
Latte/Formaggi
Pasta
Riso
Derivati del pomodoro diversi da passata e sughi pronti in itinere