Nel ricorso presentato era stata evidenziata “la natura ritorsiva e persecutoria del recesso” e “ l’infondatezza degli addebiti concretanti la giusta causa del licenziamento”.
Di altro avviso il Giudice del Lavoro del Tribunale di Avellino che, nell’ordinanza, ha parlato di “giustificatezza del licenziamento” e ha quindi rigettato il ricorso in cui Preziosi chiedeva di essere reintegrato nel posto di lavoro nelle mansioni precedentemente svolte.
Il procedimento in ogni caso è solo alle battute iniziali. Adesso verrà presentato ricorso della fase di merito del rito Fornero.
Quello presentato invece dopo la destituzione dalla carica di direttore generale seguirà l’iter proprio attraverso i tre gradi di giudizio previsti dalla giustizia italiana.