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Sacchetti biodegradabili a pagamento, Fare Verde Campania: colpa di Galletti

Sacchetti biodegradabili a pagamento, Fare Verde Campania: colpa di Galletti

4 Gennaio 2018 | by Anna Liguori
Sacchetti biodegradabili a pagamento, Fare Verde Campania: colpa di Galletti
Attualità
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Sono entrati in vigore, dal 1 gennaio 2018, i sacchetti biodegradabili a pagamento in tutti i supermercati è obbligatorio acquistarli, perché non si possono più utilizzare quelli che si portano da casa.

“Il colpevole di questa sciocchezza, a detta di Giuseppe Solla, Presidente Regionale di Fare Verde Campania Onlus, dei sacchetti per la frutta al supermercato ha un nome e un cognome: Gian Luca Galletti, probabilmente uno dei peggiori ministri della storia repubblicana. Quello che, da ministro dell’ambiente, ha sostenuto le trivellazioni petrolifere e ha firmato un decreto che ci ha regalato 8 nuovi inutili e dannosi inceneritori.”

“È grazie a lui – spiega Solla – se non potremo portare al supermercato le nostre buste e retine riutilizzabili per evitare di pagare il (giusto) costo del sacchetto per la frutta. In una lettera alla grande distribuzione ha spiegato che il riutilizzabile non è ammesso per motivi igienici..
Se voleva aiutarci a ridurre i rifiuti, bastava fare come già fatto per le buste della spesa: se ti porti la sporta riutilizzabile, non paghi il sacchetto.”

Il sacchetto biodegradabile sparisce in tempi brevi solamente nelle condizioni appropriate, come quelle degli impianti di compostaggio: “La norma europea UNI EN 13432 stabilisce che, nel normale ciclo di compostaggio, devono disintegrarsi per il 90 per cento dopo 3 mesi, e dopo 6 mesi devono essere digeriti dai microrganismi per il 90 per cento. Gettati in terra, in mare o in un corso d’acqua, i sacchetti biodegradabili persistono però per anni nell’ambiente, proprio come quelli in polietilene.”

C’è bisogno di aumentare la consapevolezza dei consumatori verso 2 parole fondamentali: “RIDUZIONE” dei rifiuti, e “RIUSO” dei prodotti nel caso specifico delle sporte per la spesa, e NON incentivare e promuovere la forma mentis dell'”USA E GETTA”.

Per Solla il rimedio esiste ed è semplice. Il Ministro dell’ambiente deve rimuovere il divieto di usare sacchetti e retine riutilizzabili. “Questo divieto non l’ho trovato nell’art.9bis della legge di conversione 3 agosto 2017, n. 123 “Disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno” che regola la questione sacchetti per la frutta. È stato previsto in una lettera del Ministero alla grande distribuzione che chiedeva chiarimenti sull’applicazione della norma.”
Metodo già utilizzata dalla Coop Svizzera attraverso l’utilizzo delle Multi-Bag, cioè sacchetti a retina riutilizzabili e lavabili in lavatrice a 30° Le soluzioni ci sono, conclude Solla, ma c’è bisogno di scelte politiche che vanno nella giusta direzione, per lasciare un mondo più pulito alle future generazioni.

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