Tra le polemiche e qualche scambio di battute al veleno, passano le modifiche statutarie all’Alto Calore proposte dal Consiglio di Amministrazione per adeguare l’ente alla legge Madia. Se il numero uno di Corso Europa, Lello De Stefano, parla di modifiche necessarie anche per confermare la proprietà pubblica dell’Alto Calore, dando ad esso un valore e, quindi, blindandolo di fatto da attacchi esterni, Ferruccio Capone e Pasquale Giuditta – rispettivamente sindaco di Montella e di Summonte – insieme ad un altro gruppo di primi cittadini chiedono il rinvio dell’assemblea per approfondire le modifiche proposte. I due denunciano anche il mercato delle deleghe, ma la proposta di rinvio, messa ai voti, non passa.
Dopo l’approvazione delle modifiche, arriva forse il passaggio più interessante. Le dolenti note, relative al bilancio dell’Alto Calore. Già in apertura di seduta dell’assemblea, De Stefano aveva lanciato dei messaggi: “Il 2017 è stato il peggior anno della mia vita, l’emergenza che è iniziata subito, già il 3 gennaio, peserà sul bilancio. Se potessi, mi dimetterei”. Dopo lo statuto, quando i sindaci “dissenzienti” sono andati via, De Stefano parla, per l’appunto, del bilancio: “Il deficit mensile dell’Alto Calore – spiega – è di circa 800mila euro al mese. Ogni anno perdiamo oltre 7 milioni”. Fino a sei mesi fa, la massa debitoria ammontava a 135 milioni di euro. Molti ipotizzano che il debito, ad oggi, possa essere schizzato sui 150 milioni. Ad ogni modo, si tratta di cifre rilevanti.