respirava un’aria familiare all’incontro tra la ciclista Claudia Cretti e la sua famiglia col management ed i sanitari dell’Azienda Ospedaliera “G. Rummo” di Benevnto.
È stato come un ritrovarsi a casa, tra vecchi amici, di quelli veri che sanno dimostrarsi tali nel momento del bisogno.
Sì, perché – hanno affermato in sintesi i Cretta – al Nosocomio sannita non solo è stato eseguito un intervento chirurgico di alto livello, grazie alla mano esperta e sapiente del Prof. Giuseppe Catapano, e sono state prestate le cure più appropriate ed efficaci, ma sono stati capaci persino di stupire per una vicinanza ed un’assistenza tanto premurosa ed amorevole, che, mentre s’intuiva essere nell’ambiente ordinaria e naturale, ha, in verità, dello straordinario in un mondo sempre più indirizzato verso rapporti freddi e formali, che non sanno più riscaldare il cuore.
Come si ricorderà, la ventenne ciclista del Team Valcar – PBM di Bottanuco, il 6 luglio scorso rimase gravemente infortunata a seguito di una rovinosa caduta nel corso della settima tappa del Giro d’Italia Rosa.
Ricoverata in prognosi riservata ed in condizioni comatose, che facevano temere per il suo futuro, nel Reparto di Neurorianimazione dell’Ospedale “Rummo”, diretto dal Dott. Pompilio De Cillis, e sottoposta ad un lungo e delicato intervento chirurgico, va recuperando rapidamente la sua smagliante forma atletica.
Col suo ritorno a Benevento, la famiglia Cretti ha voluto rendere merito all’alto valore professionale ed all’elevata statura umana del personale del Rummo e, segnatamente dei sanitari e degli operatori del Dipartimento di Neuroscienze, e rendere loro affettuosa riconoscenza.
Il Direttore Generale, Dott. Renato Pizzuti, nel corso del suo intervento, ha rimarcato che “la professionalità, la diligenza, la scrupolosità e lo zelo rilevati dalla famiglia Cretti, alla quale siamo grati per l’odierno attestato di stima, costituiscono e saranno sempre e maggiormente il nostro infrangibile dogma”.
Sulla stessa linea, il Direttore Sanitario, Dott. Mario Iervolino, che è stato quotidiano angelo custode al capezzale della giovanissima atleta, ha sottolineato che “un nosocomio, cui è affidato il bene incomparabile della salute e talvolta le sorti di una vita, ha il dovere morale di essere sempre assolutamente inappuntabile nei trattamenti ed umanissimo e solidale nei comportamenti: noi ce la mettiamo