Tre le linee guida di intervento. Si parte dall’emigrazione giovanile, “la prima piaga da affrontare per ogni programma di sviluppo che voglia entrare nel corpo vivo delle problematiche della nostra città”.
In secondo luogo l’incuria di molti spazi, edifici e luoghi storici; l’abbandono di alcune aree del centro storico e delle zone industriali, la mancanza di spazi polifunzionali e ricreativi nei quartieri popolari della città.
Infine i problemi relativi alla nuova immigrazione e ad una confusa rete di accoglienza, che non ha ancora adottato il modello SPRAR, e che vede pochissime associazioni riuscire a fare fronte alle innumerevoli sfide di inclusione e integrazione che questo fenomeno globale ci pone.