I Volontari Ospedalieri di Benevento hanno celebrato alla Rocca dei Rettori, nella Sala Consiliare, la IX Giornata Nazionale della loro Associazione con un dibattito,moderato dalla giornalista Elide Apice, che ha visto la partecipazione del presidente provinciale Mario Domenico Rossi, presidente dell’Associazione Volontari Ospedalieri (Avo), che ha promosso l’evento ed ha svolto il discorso introduttivo; il mons. Francesco Iampietro, vicario generale dell’Arcidiocesi, Nicola Sguera, docente di Filosofia e consigliere comunale, Maria Giuseppina Colatruglio, psicologa dell’Ospedale “Fatebenefratelli”, padre Rosario Messina, camilliano, Agata Danza consigliere FederAvo e già vice presidente nazionale, Lepore già presidente di Avo Benevento, assieme ai presidenti di Avellino, Capua, Caserta, Casoria, Nocera, Santa Maria Capua Vetere, Sapri, Scafati, Valle dell’Irno. Il saluto della Provincia di Benevento è stato portato dal Vice presidente, Francesco Maria Rubano. Tra le Autorità presenti il sindaco della città capoluogo Clemente Mastella.
L’AVO di Benevento è attiva dal 5 ottobre 1982 ed opera presso l’Azienda Ospedaliera “Gaetano Rummo” e l’Ospedale “Fatebenefratelli”, offrendo un supporto importante ai malati fondato sulla gratuità, sul dialogo e sulla reciprocità: la loro azione, pur senza alcun intervento di carattere sanitario o parasanitario, consente di superare meglio le difficoltà e criticità del ricovero semplicemente perché aiuta a superare la noia della degenza. Il conforto di una parola amica, da parte sostanzialmente di un estraneo, è importantissima per il malato. Rossi ha rivolto un forte e sentito ringraziamento a tutti i Volontari per il loro apporto nel costruire una comunità di amicizia e solidarietà finalizzato ad alleviare il disagio del malato. “Non è per niente una cosa semplice fare visita ad un infermo, qualsiasi sia la malattia o dolore interiore che ne determina il suo stato invalidante” – ha detto Rossi. “La malattia, mette a dura prova le capacità di comunicazione della persona colpita dal disagio dell’infermità, occorre dare spazio alla liberazione dei pensieri e dei sentimenti dei malati perché essi diventino risorse a servizio della guarigione e della speranza”.