Il giorno dopo il mancato tavolo tecnico in Prefettura, il MLC decide di irrompere all’assessorato per le Politiche Sociali con l’intento di portare avanti la battaglia, che possiamo definire di civiltà, affinché si faccia una volta per tutte chiarezza sul fenomeno perverso delle case occupate indebitamente a detrimento di coloro che pur avendone diritto non hanno speranza di poterlo rivendicare. Opinabile per quanto si voglia il metodo, non certo l’animus col quale i militanti del Movimento di lotta per la casa si fanno promotori di istanze di legalità che continuano ad essere sistematicamente ignorate. Striscioni che parlano “apertis verbis” di gestione clientelare delle abitazioni popolari, bacini di utenza elettorale mai in disarmo, e cori da stadio nei quali cambia il nome del sindaco ma nella sostanza non cambia il dissenso nei confronti dell’inquilino di Palazzo Mosti. Inquilino che viene ancora duramente attaccato per la sua assenza di ieri alla riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che lo stesso sindaco aveva richiesto
Cosimo Maio parla di anagrafe delle utenze, anche questa una richiesta inveterata che resta lettera morta
