Il Referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 è stato bocciato dagli elettori e, dunque, le Province e le Città Metropolitane continuano ad essere Enti autonomi nell’articolazione sul territorio dello Stato. Tuttavia, Governo e Parlamento si accaniscono contro questi stessi Enti imponendo il prelievo forzoso delle loro risorse finanziarie per ripianare il deficit pubblico: 2.000 milioni di Euro sono stati così sottratti negli ultimi 3 anni; la Provincia di Benevento ha dovuto cedere circa 30 milioni di Euro.
Di fatto, tali fondi sono negati al territorio e agli investimenti su strade e Scuole.
Tuttavia, e questa è la beffa, le Province anche senza soldi restano formalmente obbligate a fornire quegli stessi servizi essenziali ai cittadini ed, inoltre, debbono farlo avendo dovuto rinunciare nel giro di due anni anche al 50% del personale dipendente.
Il prelievo finanziario è stato definito “irragionevole” dalla Corte dei Conti: esso, di fatto, impedisce l’approvazione del Bilancio di previsione per il 2017.
Molte Province sono andate “in dissesto indotto” (la definizione è ancora della Corte dei Conti) e non possono spendere neppure quei finanziamenti che pure sono state concessi per questa o quella opera pubblica, né possono pagare gli stipendi ai dipendenti.
Le Segreterie nazionali di Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato per venerdì 6 ottobre p.v. lo sciopero dei dipendenti delle Province e Città Metropolitane per chiedere che la prossima Legge finanziaria scongiuri l’ulteriore prelievo, già fissato, di 1.000 milioni di Euro dai Bilanci degli Enti, radendo al suolo la residua, minima possibilità di spesa che qualche Provincia ancora conserva; e conceda, invece, risorse da investire sul territorio.
La Provincia di Benevento ha ancora oggi i conti in ordine, grazie a rigorose ed impopolari politiche di contenimento della spesa; ma non potrà resistere a lungo con questa tattica di lento strangolamento adottato dallo Stato centrale con la famigerata Legge Delrio e altre norme.
I Dipendenti della Provincia di Benevento non ne possono più di una situazione che crea un pericolo concreto per il futuro loro e delle loro Famiglie e li espone quali facile bersaglio del legittimo e sacrosanto malcontento dei cittadini rispetto ai tanti problemi irrisolti del territorio
