L’assoluzione di Mastella dalle accuse di concussione, poi derubricate, a danno di Antonio Bassolino, all’epoca dei fatti presidente della Regione Campania. Sulla questione interviene Altrabenevento che ricorda ad alcuni “tifosi presunti giornalisti”, che non si tratta della conclusione della inchiesta WHY NOT e che neppure è il caso di parlare di conclusione di tutti i procedimenti penali avviati con l’indagine della Procura di Santa Maria Capua Vetere, dimenticando che invece ancora non c’è stato il giudizio sulla “associazione per delinquere” contestata agli stessi ex dirigenti UDEUR; altri sostenitori di Mastella ritengono di poter bollare come “bieco giustizialismo” le decisioni di tutti i magistrati che finora hanno ravvisato ipotesi di reato a carico dell’ex ministro, dimenticando che anche gli arresti di Sandra Lonardo furono disposti da più magistrati e riconosciuti legittimi anche dalla Cassazione.
Gabriele Corona è come sempre assai ironico e caustico nei confronti di certa stampa e seppure non scenda nei particolari fa intendere bene di chi si stia occupando. Tornando a Mastella, Corona ricorda che “Mastella è stato assolto dalla accusa prima di concussione e poi di abuso d’ufficio, per aver preteso da Bassolino la nomina di un suo adepto come commissario ASI di Benevento per compensare la nomina di Del Basso De Caro quale commissario dello IACP. Tutti ricorderanno i toni e il colorito linguaggio dell’ex ministro come emergevano dai colloqui intercettati con i suoi uomini. Effettivamente il posto rivendicato da Mastella fu assegnato a Gino Abate, allora UDEUR, poi PD, e adesso presidente della GESESA di nuovo per nomina mastelliana. Abate poi dovette lasciare quell’incarico che fu considerato illegittimo perchè solo i funzionari regionali potevano fare i commissari all’ASI. I magistrati napoletani hanno sentenziato che “il fatto non costituisce reato” ma solo leggendo la sentenza che sarà depositata tra 90 giorni, capiremo se quei giudici considerano lecita l’attribuzione di un incarico pubblico sulla base di contrattazione e spartizione tra politici, anche se dovesse poi risultare illegittimo. Fino ad allora, non si può certo pensare che la magistratura abbia sentenziato la liceità della lottizzazione politica di incarichi e posti di lavoro. E comunque, indipendentemente dalla verità giudiziaria che si accerta con regole e tempi spesso incomprensibili, rimane il giudizio legittimo che ogni cittadino si fa dei suoi amministratori per l’attribuzione di incarichi e posti di lavoro. Ma per farlo occorre valutare i fatti di volta in volta e per questo da tempo chiediamo, a Mastella e Abate, di sapere come sono state fatte proprio le recenti assunzioni in GESESA”.