Francigena del Sud, De Ieso: “occasione per la storia di San Giorgio del Sannio e Medio Calore”
Attualità
“La riscoperta dell’Appia antica passi attraverso il recupero dei tratti abbandonati della Regina Viarum e lo studio archeologico del territorio di San Giorgio del Sannio e del Medio Calore”. Il capogruppo di maggioranza Nicola De Ieso, con delega a scuola cultura e agricoltura, commenta così l’approvazione da parte della Giunta regionale del tracciato campano della via Francigena del Sud e che ricomprende l’itinerario culturale “Appia Regina Viarum” insieme ai Comuni di Calvi e San Nicola Manfredi.
“Il progetto europeo della via Francigena – sottolinea il consigliere De Ieso – rappresenta una straordinaria occasione per tutti i territori attraversati. San Giorgio del Sannio è legato profondamente alla via Appia, che lo taglia in due e ne rappresenta la direttrice urbanistica. Ma l’Appia antica ha lasciato tanti segni da approfondire. Spero che questa chance possa essere utile per riaprire studi e ricerche storico-archeologiche. Circa quindici anni fa furono ritrovati resti non meglio definiti nei pressi del cimitero di Ginestra e molti racconti popolari tramandano scoperte casuali in quell’area. Ma ricordo che alcuni tratti dell’Appia antica sono ancora visibili e calpestabili, come in contrada Barraccone, ma abbandonati all’incuria. Altre particolarità vanno approfondite, come ad esempio la chiesetta di San Giovanni a Morcopio, che si trova in piena zona agricola e sorge nel mezzo di una pianura su un rilievo perfettamente circolare e puntellato di grosse pietre del tutto anomale per la zona. Secondo alcuni la cappella potrebbe sorgere sui resti di un’ara dedicata a Cerere. D’altronde prima dell’arrivo del tabacco tutto l’agro tra San Giorgio, Calvi e Apice era vocato alla cerealicoltura e fino agli anni ’50/60 c’era l’usanza di una processione di ringraziamento alla Madonna per il buon raccolto delle messi, con fedeli che partivano da ogni borgo della valle. Un’usanza che potrebbe essersi sovrapposta al rito pagano. Allo stesso modo altri luoghi potrebbero riservare sorprese sul nostro passato. Il mio augurio è che questo ambizioso e affascinante progetto culturale non si limiti solo alla frecciatura e ai convegni, ma sia l’occasione per approfondire l’eredità che l’Appia ha lasciato nei secoli. Una storia che non va vissuta come un museo a cielo aperto, ma resa fruibile al turismo di qualità, in particolare a chi sceglie di percorrere la Francigena del Sud a piedi o in bicicletta. Intorno va costruito un sistema di accoglienza e di ospitalità, che può far perno sulla multifunzionalità agricola. Un ruolo strategico in tal senso va svolto attraverso i GAL previsti dal PSR 14/20”.
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