La notizia apparsa dalle colonne del quotidiano Il Mattino e che vorrebbe la struttura contene te il Teatro Massimo prossima ad abbandonare la città, moralmente e materialmente, si attaglia assai bene al discorso “culturale” che sta permeando la città in questa estate calda che ora pare approssimarsi ad un fresco rassicurante. Il Massimo è l’unico cineteatro attivo, sia pure tra mille difficoltà, in città dopo la chiusura di altri luoghi di aggregazione che non stiamo qui ad elencare. Si tratta di una struttura privata e come tale soggetta alle valutazioni private di una proprietà che ravvisa grosse difficoltà a proseguire la sua attività in considerazione della spietata concorrenza delle multisale sparse, ormai, in ogni dove. Il Mattino riporta che nelle finalità prossime vi sia una totale trasformazione dell’area con abbattimenti delle strutture esistenti pronte a fare posto a nuove costruzioni e relative iniziative commerciali. Su Facebook, ormai sempre più il foro virtuale dove ci si incontra ma molto più spesso ci si scontra, si è innescato un dibattito tra chi è favorevole e chi è contrario, se sia da considerare il passato sempre portatore di cose importanti oppure se qualcosa è da modificare e se sia l’innovazione sempre da considerare negativa. Certo un radicale cambiamento e per giunta nel salotto buono della città non può non destare interrogativi. Qualcuno se lo è posto anche Palazzo Mosti che ha emesso un comunicato, crediamo proveniente dalla sdraio di un ombrellone, nel quale si precisa che “si tratterebbe, nel caso, di una variazione urbanistica e come tale da valutare in Consiglio Comunale con finalità di interesse pubblico”.
Da Via Annunziata però la tendenza è chiara. “In questo momento è opportuno segnalare che questa Amministrazione Comunale considera l’esistenza della sala e dei settecento posti a sedere in una zona centrale della città strategicamente importante per la politica di valorizzazione della cultura e del territorio che, seppure con le difficoltà note, si vuole affermare. La programmazione Por 14/20 città medie asse X, sebbene non privilegi le infrastrutture ma i servizi può in sede di concertazione al tavolo delle città di prossima riunione alla Regione Campania, destinare delle risorse per l’acquisizione della sala da parte del Comune. È comunque questa la nostra volontà e a tale obiettivo destineremo ogni nostro sforzo, sperando di trovare una giusta rispondenza nelle altre istituzioni”. Insomma, il Comune vorrebbe acquistare l’immobile. Non sarà semplice ma almeno per una volta c’è da essere solidali con Mastella.
