La situazione attorno alla possibile emergenza rifiuti in provincia di Benevento è sotto stretta monitorizzazione. La chiusura dello stir di Casalduni e il blocco di una linea del termovalorizzatore di Acerra allarmano sulle possibili ripercussioni che tutto questo può arrecare in termini di presenza di rifiuti in strada e relativi disagi visto anche il gran caldo di questi giorni.
Mercoledi prossimo è prevista l’assemblea dei sindaci e in quella sede occorre trovare le soluzioni condivise per scongiurare la crisi. L’elemento di novità sta senza dubbio nella sentenza della quarta sezione del Consiglio di Stato che ha ribaltato due sentenze del Tar Campania e dato ragione alla Samte nel lunghissimo e asperrimo contenzioso che vedeva opposta la società della provincia ad alcuni comuni sanniti sul costo del conferimento dei rifiuti indifferenziati allo Stir di Casalduni per gli anni 2014 – 2015. Il Consiglio di Stato ha riconosciuto che sia dovere di una Società pubblica che eroga servizi per la collettività operare in pareggio di bilancio: per il conferimento di rifiuti allo Stir di Casalduni, si deve parlare non di “tariffe”, ma di un “costo necessario” a tenere in pareggio costi e ricavi. Sui crismi della sentenza interviene il presidente della Samte Cardone secondo il quale “il Consiglio di Stato ha stabilito la legittimità dell’operato della provincia di Benevento e della Samte la cui gestione è stata sempre improntata alla correttezza istituzionale, normativa e contabile, confermando la tariffa di smaltimento presso lo Stir di Casalduni per il 2014 e 2015 in euro 199 + iva. In questa tariffa sono compresi anche i costi di gestione di 8 ex discariche ereditate dalla gestione commissariale dell’emergenza rifiuti”.
Cardone lancia l’appello alla unità affinchè “tutti manifestino lucidità e senso di responsabilità, doti necessarie per affrontare seriamente i problemi inerenti il ciclo dei rifiuti”. Appare ovvio che l’assemblea del 5 non potrà non risentire di questo nuovo stato delle cose. Sarebbe più saggio che mettessero da parte le immancabili frizioni politiche tra sindaci di opposta fazione e la Provincia di Benevento e si studiassero strategie comuni per scongiurare il rischio emergenziale che metterebbe tutti in ginocchio, nessuno escluso.