Scoppia l’emergenza rifiuti nel Sannio. Non se ne ricorda una dai tempi della discarica di Tre Ponti a Montesarchio quando l’allora giunta Bassolino avrebbe inteso sversare milioni di metri cubi di immondizia incontrando a più riprese la protesta popolare. A distanza di poco più di un un decennio Benevento e la sua provincia potrebbero tornare a vivere un periodo assai complicato vista la estrema gravità della situazione in seno alla Samte.
Il presidente della Provincia Ricci parla di rischio altissimo che la situazione sfugga di mano considerando anche la chiusura quasi inevitabile dello Stir di Casalduni. La Rocca ha deciso di convocare l’assemblea dei sindaci il prossimo 5 luglio alla presenza anche del presidente dell’Ambito Territoriale per i rifiuti Giovanna Tozzi e le Segreterie provinciali sindacali. ““Siamo sull’orlo del baratro” ha detto Ricci, rischiamo un’emergenza rifiuti in piena stagione estiva senza contare il pericolo concreto di dover procedere a brutali tagli di personale dipendente della Samte che lavora presso lo Stir”. Ricci chiama tutti alla responsabilità istituzionale e si rivolge a Mastella col quale i rapporti sono minimali ma l’urgenza induce alla collaborazione.
Proprio il sindaco di Benevento ha tenuto in serata un vertice con gli assessori Serluca e Russi, l’amministratore unico dell’Asia Quattrociocchi e il direttore dell’Asia Romito, ed è stato deciso che il Comune di Benevento si adopererà assieme agli altri Enti affinché l’ipotesi di chiusura possa essere scongiurata e si possa, in caso di chiusura dello stir, trovare sedi alternative di sversamento dei rifiuti. La situazione è comunque molto preoccupante. Appare tardivo l’allarme lanciato da Provincia e Comune capoluogo. Il termovalorizzatore di Acerra non è in grado di ricevere rifiuti visto il mancato funzionamento di una delle linee con i conseguenti problemi dovuti alla lavorazione a regime ridotto e ci sono oggettive difficoltà a trovare, in tempi rapidi, discariche per il conferimento del “futs”, cioè dell’umido lavorato. Pasquale Viespoli parla di “scenario devastante” e accusa Palazzo Mosti e Rocca dei Rettori di approssimazione e pressapochismo. “Leggo che il Comune, se dovesse chiudere Casalduni, si muoverebbe alla ricerca di soluzioni alternative”, dice l’ex sindaco di Benevento. “Il paradosso è che ammesso che sia possibile, alla luce delle problematicità sopra accennate, la toppa sarebbe peggiore del buco. Perché le alternative sono tutte più costose, perché sono più alte le tariffe e, in più, c’è l’aggravio del trasporto. Un esito, appunto, paradossale, con i cittadini che pagheranno di più, non di meno.
“Mastella, conclude Viespoli, si preoccupa dell’organigramma, degli assetti dell’Ato. Una posizione politicista che non risolve nessun problema, perché quel che manca non è un accordo spartitorio tra Pd e Mastella. Manca la visione, in sintesi la cultura e la capacità di governo del territorio”.