“La vita è fatta di cose belle”, come recita questa scritta che campeggia sul lato della chiesa San Cosimo e Damiano in contrada Santa Clementina dinanzi al Ponte Leproso. Ma evidentemente l’autore ha poco chiaro il senso di conservazione e tutela di un bene culturale che, pur non essendo famosissima, risale comunque al 18esimo secolo. Ma l’area archeologica che comprende Ponte Leproso e la zona in cui dovrebbe insistere traccia di cio che fu l’anfiteatro di Benevento non è molto fortunata. Solo un mese fa un pullman dell’Etac con una manovra errata travolse un muretto adiacente la chiesa, ma quello fu un errore. Diverso invece l’atteggiamento dei vandali che incuranti della storicità di alcuni luoghi utilizzano spesso il patrimonio storico di Benevento come post it per lanciare messaggi. E’ il caso dell’epigrafe posta nel 1780 sul Ponte di S. Maria della Libera, fatto costruire da Pio VI e sul quale, il 5 settembre 1860, a conclusione della dominazione pontificia, l’ultimo delegato Odoardo Agnelli ricevette l’onore delle armi. Dell’epigrafe già da un po di tempo si è interessata l’Associazione Amici e dei Beni Culturali del Sannio che ha denunciato più volte alla Soprintendenza lo stato di incuria in cui versa il piccolo reperto storico sovrastato da questa scritta. In attesa della pulizia l’Associazione Amici dei Musei di Benevnto ha chiesto “sinergie tra i soggetti istituzionali coinvolti nel percorso di tutela e valorizzazione”.