Fa riflettere e molto l’escalation fatta registrare negli ultimi giorni dal sindaco Mastella nei confronti dei centri sociali cittadini Lap Asilo e Depistaggio. Non desta stupore l’avversione di Clemente nei confronti di coloro che lo contestano, tanto che non si fa problema alcuno a negare il contraddittorio e i sindacati, quanto meno la Cgil, pagano dazio nei confronti di questa insofferenza. In questo primo anno di regno il ceppalonico ha bene individuato le poche opposizioni che per davvero gli creano qualche grattacapo. Nell’ordine: alcuni peones della sua maggioranza, spinti però da ragioni che potremmo definire di visibilità, desiderosi di soppiantare alcuni colleghi assessori nei confronti dei quali nutrono sentimenti di avversione. Nei confronti di costoro Mastella adotta la tecnica del bastone e della carota, tatticamente li alimenta oppure li blocca a seconda delle esigenze del momento. In secundis qualche esponente dell’opposizione, segnatamente Fausto Pepe, che lungi dall’essere il figliuol prodigo, è tra i pochissimi che sta facendo per intero il suo dovere, nelle commissioni così come in aula. E ancora la Cgil che aspetta, e lo farà per molto tempo, d’essere convocata e nei confronti della quale Mastella ha espresso da parecchio la sua opinione: “è un organismo politico” e questo chiude i canali di dialogo. E poi ci sono le sinistre “extraparlamentari”, diciamo così, quei centri sociali con i quali agli inizi ha pure provato a dialogare ma poi s’è reso conto che non era cosa. Ora, su queste associazioni è lecito avanzare critiche e per qualche aspetto perplessità, specie se si proviene da matrici politiche lontane. E’ lecito, per esempio, avanzare il problema della occupazione di immobili e spazi di proprietà comunale e di conseguenza parlare anche di mancati introiti nelle casse esangui del comune. E’ lecito anche avanzare il sospetto che le passate amministrazioni abbiano chiuso entrambi gli occhi in cambio di consenso ma Mastella non rappresenta proprio l’ambone adatto per critiche del genere. Non è prudente, però, non considerare quanto queste associazioni restituiscano in termini di servizi resi alla collettività nelle zone di maggiore sofferenza della città, specie se si è coscienti di non poterli erogare per manifesto deficit finanziario. Non è prudente, per esempio, focalizzare l’attenzione sull’ormai famoso pattinodromo di via Mustilli che, ufficialmente, non è mai stato consegnato alla fruizione pubblica, e che rappresenta un esempio di malagestio quasi trentennale ma che è reso fruibile per tutti dal Depistaggio. E nemmeno è prudente elevare a rango di massimo problema cittadino la presenza delle associazioni e la loro abusività col rischio di creare problemi maggiori rispetto alla presunta legalità che si vorrebbe riaffermare. In sostanza, la città non ha bisogno di muri e di conflitti, ha invece bisogno di dialogo, pur nella diversità delle vedute, e nemmeno ha esigenza che si sposti l’attenzione dalla pochezza fin qui dimostrata dall’azione amministrativa. Tra una sala slot e un doposcuola, sia pur “popolare”, quale sarebbe la scelta migliore?