Se non per la presenza di importanti reperti archeologici – propri di una città storica come Benevento – ad oggi l’area è recintata da uno steccato di legno, molto colorito. Non a caso la più estrosa fantasia ci riporta indietro negli anni, ma non per i reperti presenti – che di fantasia ne stuzzicherebbero abbastanza -, ma per i manga giapponesi anni ’70 e ’80, che hanno segnato un pò l’infanzia di più generazioni e raffigurati sulle pareti in piena vista.
Daltanius, il famoso robot dal leone infuocato nel petto, Jeeg robot d’acciaio al cospetto dell’indomita Venus, robot donna guerriera compagna del Grande Mazinga, fino ad arrivare al forse più famoso – ma sicuramente il primo approdato in Italia in quegli anni – Gokldrake che incrocia il dito con il suo pilota Actarus in una raffigurazione che rievoca la più grande opera di Michelangelo: la Creazione del mondo.
Tra blasfemia e profano si potrebbe dire, ma sicuramente una caratteristica balza alla mente guardando il Malies: un qualcosa di storico. In tutti i sensi.