Riusare l’acqua, quella proveniente dall’utilizzo domestico, agricolo e industriale, e valorizzarla come “il nuovo oro nero”. E’ in sintesi, il messaggio del nuovo report delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche ‘Acque reflue: la risorsa inesplorata’, presentato a Durban, in Sud Africa, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua.
Il Papa, in udienza generale, ha richiamato la necessità “dell’impegno congiunto di varie istituzioni per sensibilizzare alla necessità di tutela l’acqua come bene di tutti, valorizzando anche i suoi significati culturali e religiosi. Incoraggio in particolare – ha detto rivolto ai partecipanti a un convegno internazionale sull’acqua – il vostro sforzo nel campo educativo, con proposte rivolte ai bambini e ai giovani. Grazie per quanto fate, che Dio vi benedica”. Ha apprezzato anche la protezione delle foreste.
Secondo il rapporto, “le acque reflue, una volta trattate, potrebbero dimostrarsi di enorme valore, in grado di soddisfare la crescente domanda di acqua dolce e di altre materie prime” a fronte di limitate risorse idriche e di un ecosistema fragile. Le acque reflue sono “una preoccupazione sanitaria e ambientale”, perché “una percentuale consistente viene tuttora immessa nell’ambiente senza alcun progetto di raccolta o di trattamento” soprattutto nei paesi a basso reddito, che in media trattano appena l’8% dei reflui domestici e industriali, rispetto al 70% dei paesi ad alto reddito”. Ricordando che fra gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile (sottoscritto nel 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’Onu) c’è quello di dimezzare i quantitativi di acque reflue non trattate e di aumentare il riutilizzo di acque sicure, il report suggerisce “una migliore gestione riducendo l’inquinamento alla fonte, la rimozione delle sostanze contaminanti dai flussi di acque reflue, il riutilizzo delle acque depurate e il recupero di sottoprodotti utili”.
Giornata dell’acqua, quasi 1 miliardo persone senza quella potabile sicura – Nel mondo 923 milioni di persone non hanno accesso a fonti di acqua potabile sicura: 319 milioni di abitanti dell’Africa Sub-Sahariana (il 32% della popolazione), 554 milioni di asiatici (il 12,5% della popolazione), e 50 milioni di sudamericani (l’8% della popolazione) non hanno accesso a fonti di acqua potabile sicura. Lo rivela il Consiglio Mondiale dell’Acqua (World Water Council – WWC), in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua prevista per il 22 marzo.
Tra queste regioni, la Papua Nuova Guinea ha la disponibilità minore (solo il 40% degli abitanti ha accesso a fonti di acqua pulita). Seguono la Guinea Equatoriale (48%), l’Angola (49%), il Ciad e il Mozambico (51%), la Repubblica Democratica del Congo e il Madagascar (52%), e l’Afghanistan (55%).
Nel mondo, il costo totale dell’insicurezza delle risorse idriche sull’economia globale è stimato in 500 miliardi di dollari all’anno. Se a questo dato si aggiunge l’impatto ambientale, la cifra cresce ulteriormente fino ad arrivare all’1% del prodotto interno lordo globale.
Il Consiglio Mondiale dell’Acqua chiede a tutti i governi di focalizzarsi sui problemi legati alle risorse idriche e di stanziare una parte cospicua della loro spesa per garantire a tutto il pianeta l’accesso a fonti di acqua sicura, dal momento che attualmente il 12% della popolazione mondiale non ha accesso a fonti di acqua pulita e che 3,5 milioni di decessi all’anno sono imputabili a malattie legate all’acqua