Stamane si è tenuta un’assemblea pubblica tra gli studenti e le studentesse della nostra città per confrontarsi in merito all’alternanza scuola-lavoro prevista dal governo Renzi-Giannini. Da anni scendiamo nelle piazze per manifestare il nostro dissenso nei confronti della “Buona Scuola” in generale e più nello specifico nei confronti dell’ alternanza scuola-lavoro, della prevenzione e dei presidi manager. L’assemblea,tenutasi a piazza Federico Torre, nasce proprio dalla necessità di instaurare un confronto aperto e orizzontale tra coloro che vivono sulla propria pelle l’esperienza “lavorativa”. L’eterogeneità con la quale si manifesta il punto più nefasto della riforma, che ha trasformato radilcalmente il mondo della scuola,è senz’altro uno spazio dal quale poter elaborare non solo una nuova narrazione dal basso, ma contemporaneamente è uno spazio che riesce a far maturare nuove pratiche di rifiuto e di disobbedienza. Mettere in connessione le singole esperienze dà la possibilità di rilanciare e attaccare sistematicamente i punti più deboli del progetto di distruzione dell’apprendimento e dello sviluppo delle soggettività e specificità di ognuno. Solo chi vive il peso delle 200 (per i Licei) e 400 (tecnici e professionali) ore può valutare quanto di profiquo se ne può trarre. Per adesso, al secondo anno dall’entrata in vigore della riforma, le negatività e le problematiche legate ad essa sono sicuramente maggiori rispetto ai benefici, tra costi onerosi, sfruttamento della forza lavoro a costo zero e sottrazione del tempo da dedicare allo studio ed è certo che tutto ciò risulta essere la mortificazione dell’intelletto e delle capacità dei giovani studenti e dei docenti. Presenteremo all’opinione pubblica una nuova faccia medaglia, per nulla splendente, della scuola pubblica italiana, lo faremo con gli occhi e le parole di tutti coloro che davanti a sé hanno solo la prospettiva di un futuro sempre più incerto e precario, e di chi, sin da bambino è educato allo sfruttamento e all’impossibilità di esprimere la propria opinione in un paese che si appresta a fare un tuffo vertiginoso nel passato. Ricostruiremo la scuola, ci riprenderemo il nostro futuro.