Mastella è a Roma a perorare la causa del suo staff e in molti hanno sottolineato che oggi dinanzi a Palazzo Mosti c’erano lavoratrici e tante, alcune monoreddito, per una retribuzione ai limiti della pura sopravvivenza.
Le 49 sventurate del servizio mensa non percepiscono nulla da tre mesi e la cassa integrazione decisa in una riunione a novembre nel corso di un summit ai servizi sociali non è mai stata registrata in Regione dalla Quadrelle. Che pare essersi resa irreperibile, stando alla testimonianza dei sindacati.
Il tracollo politico e programmatico della vicenda mensa è aggravato dalla impossibilità a mettere mano al centro di cottura, cavallo di battaglia durante la campagna elettorale, che rimane lettera morta. La possibilità di concedere alle famiglie la facoltà di portare il cibo da casa ed anche da strutture ristorative esterne ha aggravato la situazione creando anche discriminazione tra gli stessi bambini. Insomma, un ginepraio contorto di polemiche e di nervosismi. I sindacati chiedono il faccia a faccia col sindaco Mastella e chiedono guarentigie precise per i 49 lavoratori, che sia la clausola sociale il diritto di prelazione. Ma il sindaco non intende parlare con la CGIL. Alla fine è l’assessore Ingaldi alla quale tocca metterci la faccia.