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Carcere di Benevento sovraffollato: l’allarme del Garante dei detenuti

Carcere di Benevento sovraffollato: l’allarme del Garante dei detenuti

12 Gennaio 2017 | by Alfredo Picariello
Carcere di Benevento sovraffollato: l’allarme del Garante dei detenuti
Attualità
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In termini assoluti, le carceri della Campania sono tra le più affollate d’Italia. Nei 15 istituti della regione sono presenti 6887 detenuti, di cui 331 donne. Numeri con cui la Campania si attesta al secondo posto nella classifica nazionale dopo la Lombardia, dove sono recluse 7841 persone. Al terzo posto c’è  il Lazio che conta 6108 detenuti. I dati sono stati presentati dal garante campano dei detenuti, Adriana Tocco, durante una conferenza stampa nella sede del Consiglio regionale. I penitenziari campani sono anche tra i più sovraffollati del Paese con 763 unità in più rispetto alla capienza massima regolamentare (6114), “ma fare nuove carceri non serve – commenta Adriana Tocco – piuttosto occorre incrementare misure alternative. Parliamo di un aspetto anche culturale ma non si è molto inclini a dare misure alternative. Il sovraffollamento – puntualizza – rispetto a prima è tanto diminuito”. Sono quattro, in particolare, i penitenziari della regione dove il dato sul sovraffollamento è più preoccupante: Napoli Poggioreale, Sant’Angelo dei Lombardi (Avellino), Benevento e Napoli Secondigliano. In Campania, un detenuto su 7 è straniero: sono 907, in totale, un numero basso se si considera che solo in Lombardia sono 3593, quasi la metà del totale. Gli stranieri in carcere provengono principalmente dall’Europa dell’Est e dal Maghreb, in particolare da Marocco, Albania, Romania e Tunisia. Degli oltre 6800 detenuti in Campania, poi, poco più della metà (3711) sono stati condannati a seguito di sentenza definitiva. Alto anche il tasso di recidiva, pari al 60% “ma il dato è quasi pari allo 0% – spiega il garante dei detenuti – se si considerano i minori accolti nelle comunità. Il problema del reinserimento esiste ma riguarda da vicino il mercato del lavoro. Bisogna dare a queste persone l’opportunità di lavorare”.

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