Nell’ultimo quarto di secolo la superficie agricola è diminuita del 28% a causa della cementificazione e dell’abbandono. Lo rende noto Coldiretti nella Giornata mondiale del suolo, che fotografa un fenomeno preoccupante e inarrestabile. La Campania continua ad essere tra le peggiori regioni d’Italia in tal senso. I dati Ispra dicono che il 2015 è stato un anno da dimenticare, con un trend negativo dal 2012. La Campania, insieme a Lombardia e Veneto, ha visto rosicchiare nello scorso anno suolo tra il 7,8 e il 10,3% dell’intera superficie regionale di terreno. Il rapporto Ispra ci dice che è nei piccoli Comuni che si divora più suolo. In quelli con meno di 5.000 abitanti, infatti, il consumo medio è tra i 500 e i 700 metri quadrati. L’invasione di cemento non fa bene all’ambiente, alla salute e all’agricoltura. Una condizione – spiega Coldiretti – figlia di un modello economico sbagliato, dove si continua ad investire per aree industriali che resteranno cattedrali nel deserto, sottraendo terra fertile in un periodo nel quale tutti gli indicatori registrano un trend in crescita del settore.
Su un territorio meno ricco e più fragile per il consumo di suolo si abbattono – sottolinea la Coldiretti – i cambiamenti climatici con le precipitazioni sempre più intense e frequenti con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire. Il risultato – sostiene la Coldiretti – è che sono saliti a 7145 i comuni italiani, ovvero l’88,3% del totale, che sono a rischio frane e/o alluvioni secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ispra. Di questi 1640 hanno nel loro territorio solo aree a derivata propensione a fenomeni franosi, 1607 sono invece i comuni a pericolosità idraulica e 3898 quelli in cui coesistono entrambi i fenomeni. Per proteggere la terra e i cittadini che vi vivono, l’Italia – conclude la Coldiretti – deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività agricola. Un obiettivo che riguarda l’intera Europa dove vengono distrutti 100.000 ettari di suolo fertile ogni anno, soffocando sotto il cemento un’area grande come l’intera città di Roma secondo ACLI, Coldiretti, FAI – Fondo Ambiente Italiano, INU – Istituto Nazionale di Urbanistica, Legambiente, Lipu, Slow Food, WWF ed altre realtà italiane che insieme a 400 organizzazioni europee si sono unite nella campagna #SALVAILSUOLO. L’obiettivo dell’Iniziativa dei Cittadini Europei “People4soil”: è raccogliere un milione di firme per fermare il consumo di suolo e contrastarne il degrado costante: minacce che hanno effetti diretti sulla nostra vita, la nostra alimentazione, la nostra salute. Una petizione per ottenere una legislazione specifica per tutelare il suolo a beneficio delle generazioni presenti e future che puo’ essere sostenuto con la firma sul sito https://www.salvailsuolo.it.